Il Governo mette un freno all’in house

Le anticipazioni sul disegno di legge del Governo. Il divieto dell’extraterritorialità e la gara come regola generale

La mancanza dei requisiti di urgenza costringe il disegno di legge sull’in
house al normale iter parlamentare e dunque a tempi più lunghi di approvazione.
Ci vorrà ancora un po’ di tempo quindi prima che entrino in vigore le nuove
norme che, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbero limitare il raggio d’azione
delle società di proprietà degli enti pubblici.



Queste società non potranno infatti
operare

per soggetti pubblici o privati diversi dall’ente locale proprietario o azionista. Una norma che impone di fatto il divieto di extraterritorialità a svolgere “prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati né in affidamento diretto né con gara”.

In pratica il futuro di queste società sarà solo di servire
l’ente locale con l’impossibilità di violare il divieto dell’extraterritorialità
visto che qualsiasi tipo di contratto che andasse in questa direzione sarebbe
automaticamente nullo per legge.




E per quanto riguarda i contratti
già

conclusi che riguardano prestazioni al di fuori del territorio dell’ente pubblico di riferimento, ci sarebbero a disposizione 12 mesi per chiudere il capitolo cedendo le attività oppure scorporandole per costituire una società a parte che potrebbe poi privatizzata.

Il
provvedimento prevede poi una delega al Governo per la ridefinire la disciplina
dell’affidamento dei servizi pubblici locali in chiave concorrenziale con la
gara come regola generale e l’appalto in house come l’eccezione. L’ente locale
dovrà infatti dimostrarne la convenienza economica.

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