Imu, la metà dei Comuni applica sui capannoni l’aliquota massima

CapannoneDal monitoraggio eseguito dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre sui principali capoluoghi di provincia, è emerso, per quanto riguarda l’Imu, che la metà dei Comuni applica sugli immobili a uso produttivo l’aliquota massima, a dimostrazione del fatto che in questi ultimi anni i Sindaci hanno deciso, nella stragrande maggioranza dei casi, di contenere la pressione fiscale sulle abitazioni principali, a scapito, tuttavia, di quella sulle attività produttive.

Al netto delle deduzioni fiscali, gli alberghi saranno le attività economiche maggiormente penalizzate dall’applicazione dell’Imu e della Tasi: infatti, quest’anno pagheranno mediamente quasi 12.000 euro. Seguono le grandi attività commerciali, con poco più di 8.000 euro, e i capannoni delle grandi industrie, con quasi 6.500 euro. Se i capannoni di minori dimensioni subiranno nel 2015 un prelievo medio di 4.000 euro, sugli uffici e sugli studi privati graverà una imposta media di poco superiore ai 2.000 euro. Infine, su negozi e laboratori artigianali l’Imu “peserà” rispettivamente 986 e 759 euro.

Altrettanto preoccupanti sono stati gli aumenti registrati dalle imposte che gravano sugli immobili strumentali in questo inizio di decennio. Dal 2011, ultimo anno in cui è stata pagata l’Ici, al 2015, l’incremento del carico fiscale sugli uffici ha sfiorato il 150 per cento. Per i negozi l’aumento è stato del 140 per cento, per i laboratori artigianali il 110 per cento, mentre per gli alberghi e per i capannoni industriali il prelievo è quasi raddoppiato.

In generale, tra la settantina di Comuni capoluogo di provincia monitorati dall’Ufficio studi della Cgia, per l’anno in corso il 48 per cento dei Sindaci ha applicato sui capannoni ( categorie catastali D1, D7 e D8) l’aliquota Imu massima del 10,6 per mille (Roma, Milano, Venezia, Bari, Bologna, Firenze, Napoli, etc.). Rispetto al 2014, comunque, il 77 per cento circa non ha modificato il prelievo sui capannoni (tra Tasi e Imu), l’8 per cento l’ha diminuito (Padova, Cosenza, Prato, Sondrio, etc.), mentre un altro 14 per cento l’ha addirittura elevato (Cuneo, Ferrara, Livorno, Monza e così via

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome