Il wireless dietro il rilancio di Nortel

La società canadese punta sulla ricerca e sviluppo. Importanti i risultati in un mercato emergente dove contano le scelte tecnologiche.

24 novembre 2003 Nortel rivendica il successo ottenuto nel wireless come uno degli elementi fondamentali che sta riportando l’azienda in attivo. A detta dei responsabili della società, il successo è frutto della ricerca e sviluppo, i cui investimenti sono stati mantenuti alti anche a fronte di una riduzione del fatturato. Più precisamente, su un fatturato di 10,6 miliardi di dollari nel 2002, Nortel ha dedicato all’R&D 2,2 miliardi, cioè circa il 20%.


Lo sforzo della multinazionale canadese è stato anche quello di reagire immediatamente alla crisi e di puntare sui core business, restando a stretto contatto con i propri clienti, anche e soprattutto nello sviluppo delle nuove tecnologie. Nel terzo trimestre di quest’anno, pertanto, Franck Dunn, Ceo di Nortel, ha potuto annunciare un fatturato di 2,27 miliardi di dollari, con un profitto netto di circa 179 milioni di dollari, e dichiarare di aspettarsi un quarto trimestre positivo che riporterà il bilancio della società in nero. Indubbiamente ha contato anche un processo di riorganizzazione, che ha abbassato sensibilmente i costi, visto che comunque il fatturato complessivo per il 2003 non dovrebbe crescere.
Positivi, peraltro, i commenti degli analisti, anche perché Nortel ha razionalizzato i conti del passato, dando un segnale di stabilità.^P>

Un successo senza fili

Un ruolo importante nella ripresa della società nordamericana l’ha avuto il settore del wireless, che già nel 2002 aveva costituito una fetta importante del fatturato complessivo (4,2 miliardi di dollari) e che nell’ultimo trimeste ha contato per il 50% circa delle revenue (1,01 miliardi di dollari). Situazione, del resto, che riflette il mercato, dove il wireless cresce spinto da un fenomeno sociale ancor prima che tecnologico.


Come ha spiegato Andrea Gombac, business development manager di Nortel, infatti, ormai si chiama una persona e non più un luogo. Lo dimostra una progressiva migrazione del traffico voce da fisso a mobile. «Il wireless pesa per il 34% sulle revenue dei servizi forniti dai carrier di Tlc nel mondo e punta al 50%», ha affermato il manager. In crescita è anche il peso sul mobile della trasmissione dati rispetto alla voce. Un aspetto fondamentale, perché la voce si avvia a diventare una commodity.


Così è già in Italia, dove il mercato è completamente saturo, con una penetrazione che ha superato il 100%. Un dato paradossale, frutto dell’acquisto di più schede telefoniche da parte dello stesso utente. In ogni caso, risultano esserci circa 55 milioni di Sim attive nel nostro Paese. Per gli operatori, dunque, è fondamentale spingere a un uso maggiore del telefonino, come sta avvenendo con gli Mms, i messaggi multimediali che già quest’anno hanno permesso a Tim e Vodafone di registrare Arpu (Average Revenue Per User) in crescita.
Se si guarda alla tecnologia che c’è dietro, si nota un’adozione massiccia degli standard, con un’infrastruttura core che converge su Ip, l’accesso che è necessariamente sempre più a larga banda e con i servizi a chiudere il cerchio. Servizi che, a detta di Gombac, migreranno, anche quelli oggi erogati tramite rete fissa, verso il wireless.


In questo scenario, Nortel ha visto crescere dal 21% al 34% la propria quota di mercato, relativamente all’Europa occidentale, nel passaggio dalle tecnologie mobile di seconda a quelle di terza generazione, grazie ai contratti siglati con i primi sette operatori wireless del Vecchio Continente, cui fa capo il 75% degli abbonati: Vodafone, mmO2, Deutsche Telekom, Orange, Tim, Telefonica e H3G.
Inoltre, a detta dei responsabili della società, Nortel è ben posizionata nei mercati emergenti, come l’Asia e la Cina, in particolare, dove è presente da trent’anni, avendo scelto di partecipare direttamente allo sviluppo del Paese.

Una rete votata ai servizi

Il contatto diretto con tali operatori e gli sforzi in ricerca e sviluppo sono stati fondamentali, come ha spiegato Pietro Stama, wireless marketing manager Nortel Networks Emea Southern Region, nella definizione della strategia Nortel per le Wdn (Wireless Data Network), il cui punto di partenza è la combinazione di accesso broadband e trasporto core a pacchetto.

Scegliendo Ip per quest’ultimo e aprendosi a tutte le tecnologie di accesso a larga banda, Nortel ha aggiunto la piattaforma Mcp (Multimedia Communication Platform) per lo sviluppo dei nuovi servizi. Basata sul protocollo Sip (Session Initiation Protocol) e altamente programmabile, questa permette di realizzare qualsiasi tipo di servizio (dal video, alla messaggistica, dal Web pushing ai personal assistant, dalla gestione delle telefonate alla condivisione delle applicazioni e così via).


Sul fronte della core network, l’attenzione di Nortel si è concentrata sulle necessità di tariffazione. La rete intelligente, grazie agli apparati Ggsn di Nortel, permette di creare, infatti, politiche di billing basate sui contenuti, oltre che su livelli di servizio, location e altri parametri più tradizionali. «In questo modo – ha affermato Stama – si può fatturare il reale valore che l’utente assegna al servizio».

Questo può essere realizzato trasparentemente alla modalità di accesso, che viene integrata qualunque essa sia. Con funzioni, tra cui anche il Sso (Single Sign On), è la rete che si adatta alle richieste dell’utente.

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