Il SaaS ha superato la fase di scetticismo

Il Software as a Service è un importante elemento di un movimento più ampio che Gartner chiama “industrializzazione dell’It”

Nuovi modelli di offerta dell’It, non come tecnologia ma come servizio, stanno avanzando e tra questi il SaaS (Software as a Service), che sembra oggi destinato a godere di un reale interesse del mercato e parte con premesse più incoraggianti rispetto al modello Asp (Application service provider).

Abbiamo chiesto a Claudio Da Rold, distinguished analyst di Gartner, un’analisi sulle potenzialità future di questo approccio che Gartner ha inquadrato all’interno di uno studio che chiama “Alternative delivery models”.

«Si tratta di un insieme di modelli di erogazione dell’It, che danno più peso al servizio rispetto alla tecnologia, che è sì importante ma è già considerata all’interno del servizio stesso – ci spiega Da Rold -. Da questo punto di vista, quindi, l’interesse si concentra più sul risultato del servizio che di come questo avviene. All’inizio del 2007 abbiamo individuato 14 modelli alternativi di servizi e da poco abbiamo pubblicato una ricerca, che ha riguardato gli interessi dei clienti e gli investimenti che i fornitori stanno facendo su questi nuovi modelli, in base alla quale ne abbiamo selezionato 5, che sono quelli che riteniamo i più importanti. In ordine di importanza per entrambe le parti in causa, troviamo: Software as a Service, seguìto da Business process utility, che è un po’ l’estensione del SaaS nel mondo del Business process outsourcing, l’Infrastructure utility, che sono i servizi infrastrutturali ingegnerizzati, il Remote managment services, cioè i servizi di gestione delle infrastrutture It dei clienti fatti da fornitori remoti, tipicamente a basso costo, e poi il tema del Web platform cloud computing. Questi 5 modelli promettono di spostare l’erogazione via Ip e la vista sull’It molto più verso il servizio rispetto alle tecnologie che lo compongono. Quindi il SaaS è un importante elemento di un movimento più ampio, che noi chiamiamo “industrializzazione dell’It” verso l’erogazione di servizi one to many».

Da questo punto di vista si tratta di una nuova partenza, dopo il fallimento del tema Asp, con nuove tecnologie ma anche con abilitatori che non sono solo tecnologici ma di domanda e interesse dei clienti. Gli Asp nel 2000 avevano, di fatto, come target le .com, oggi stiamo parlando di interesse da parte di clienti che vanno dalla media azienda fino alle grandi multinazionali. C’è anche la piccola, che peraltro è sempre stata il target naturale di queste offerte, ma il fatto positivo è che la domanda si sta espandendo un po’ su aziende di tutti tipi e questo è anche confermato dai significativi investimenti che i grandi player stanno facendo, da Microsoft a Sap.

Per dare un’idea della complessità e dell’interesse del fenomeno SaaS, basta analizzare il Lifecicle SaaS 2008 appena pubblicato da Gartner, in cui sono evidenziate una trentina di aree funzionali, e ognuna di queste è, di fatto, un mercato dove SaaS compete con altri approcci più tradizionali. Le 30 aree diverse vanno dall’e-mail al Web analytic, alle applicazioni di procurement, recruitment, integrazione come servizio, business process application, applicazioni mobili, on demand e così via. Tutte hanno diversi livelli di maturità nell’uso del Software as a Service e di penetrazione di mercato: infatti, in alcuni ambiti l’utilizzo del SaaS è dell’80%, in quanto si prestano meglio a questo tipo di erogazione, in altri è ancora un fenomeno piccolo.

Gli investimenti dei vendor

Nell’ambito del progetto “Alternative Delivery Models” Gartner ha svolto una survey sugli investimenti che vendor e fornitori stanno facendo sul tema SaaS.

«Peraltro va ricordato che già a partire dal ’99 si è parlato di on demand, Asp, pay per use, – prosegue Da Rold – ma Gartner ha sempre detto che si aspettava per la seconda parte di questa decade una accelerazione di evoluzione verso questi modelli one to many. Un paio di anni fa c’è stato un netto cambiamento nell’atteggiamento dell’industria, a cui poi ha fatto seguito il cambio di posizionamento dei vendor. Microsoft, per esempio, sta investendo molto in ambito SaaS, servizi su Internet, offerta per Yahoo e altro ancora, ma circa un anno fa Gartner ha rilevato che più di 100 organizzazioni europee affermavano che erano frenate dall’adottare questi nuovi modelli proprio perché non c’era sufficiente offerta da valutare. Per cui alla prima fase di marketing è seguito un certo scetticismo, in quanto i fornitori da una parte volevano essere “on top” a questo trend, ma dall’altra non amavano il fatto che si stava evolvendo verso la commoditizzazione, la trasparenza del prezzo, perché questi servizi inevitabilmente porteranno a una significativa competizione».

All’inizio dell’anno, inoltre, Gartner ha condotto una survey mondiale su un’ottantina di vendor e fornitori di categorie diverse, hardware, software, telecom, service provider e aziende focalizzate su questi nuovi modelli, dalla quale sostanzialmente è emerso che circa il 90% di questi player stanno investendo circa l’1% del loro fatturato sui vari modelli alternativi e stanno già ottenendo revenue significative (circa 10 miliardi solo il campione intervistato), mentre tra il 2007 e il 2010 si aspetta una crescita dell’ordine del 35%. Peraltro Google ha dimostrato, ed è uno degli elementi che ha cambiato il mercato, che si possono erogare servizi online di tipo informativo, ma anche di tipo SaaS, a grandi masse di utenti e a costi molto contenuti o quasi gratis, in quanto la sua ricompensa è data dalla pubblicità.

«Questo tipo di modello, che fino a ora non ha riguardato l’It per l’azienda, perché viene sostanzialmente dal mondo consumer, – sottolinea l’analista – sta cominciando a emergere come un modello alternativo per erogare servizi anche al mondo enterprise. Non sto dicendo che i servizi arriveranno gratis, ma piuttosto che l’ingresso in campo di attori come Google e Amazon rende instabile il mercato, che tende verso una riduzione dei prezzi. Il fatto che Amazon proponga storage SaaS a 15 cent a Gigabyte per mese, fa sì che tutto il mondo storage ne risenta pesantemente. Il fatto che Amazon, e in qualche modo anche Google offrano servizi di computing, quindi server online a prezzi molto bassi, dell’ordine di qualche dollaro al mese, spinge molti Cfo a guardare questi numeri e a chiedere conto ai loro Cio dei costi aziendali notevolmente superiori. Naturalmente, il tutto va anche rapportato alla qualità del servizio, alla sicurezza, alla responsabilità e da questo punto di vista noi di Gartner stiamo iniziando a confrontare i diversi livelli di servizio, le condizioni contrattuali, gli Sla e via dicendo delle diverse offerte dei vendor».

Molto spesso quelle a basso costo sono anche a basso contenuto di servizio, mette in guardia Da Rold, ma ciò non toglie che diventino un elemento crescente e di rottura rispetto ai tradizionali approcci dei costi dell’It. Ormai siamo entrati in quella fase di cambiamento veloce che attiene proprio all’evoluzione dell’It come servizio, all’evoluzione verso servizi industrializzati e one to many, che promettono di avere costi ridotti.

In questo contesto, è importante che le aziende stiano in guardia e si informino bene sulla solidità del fornitore che scelgono. «Inizia, infatti, una fase in cui si è superato lo scetticismo e ci sono chiari elementi che dicono che si tratta di un’evoluzione industriale seria che non si fermerà – conclude l’analista -. A questo punto le organizzazioni devono incominciare a valutare tutti questi nuovi modelli e a utilizzarli se rispondono alle loro esigenze. Alcuni associano il tema solamente alla riduzione di costo, oppure al fatto di pagare sulla base dell’utilizzo e quindi seguire meglio le fluttuazioni dell’azienda. La realtà è che questi nuovi modelli, tra cui il SaaS, possono rispondere anche ad altre esigenze: per esempio di rapidità, per cui come tutte le cose, queste nuove offerte possono presentare elementi di vantaggio per l’azienda sui tre differenti aspetti che normalmente dovrebbero guidare l’It: better, faster and chipper. Cioè, allo stesso tempo ottenere un miglior servizio, nel minor tempo, con il massimo dell’economicità».

1a parte (gli altri 4 modelli saranno trattati in un prossimo numero)

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