Il cinema 3D in Italia può contare su più di 400 sale

Le prospettive del settore discusse all’ultimo Future Film Festival di Bologna, mentre gli occhialini conquistano un pubblico sempre più adulto

Dai 50 schermi 3D disponibili in Italia nel gennaio 2009, siamo passati agli oltre 400 in dodici mesi, realizzati molto velocemente per supportare l’uscita di Avatar nel nostro Paese e per prepararsi ai nuovi titoli in arrivo, soprattutto dagli Stati Uniti. Secondo i dati Cinetel, nel 2009 gli incassi complessivi hanno registrato un incremento del 4,95% raggiungendo i 623 milioni di euro, sebbene l’affluenza nelle sale sia diminuita dello 0,3% rispetto al 2008. Il risultato è stato possibile grazie al successo del 3D e alla disponibilità degli spettatori a pagare un biglietto più caro anche del 20 per cento.

Ci troviamo adesso in una fase di assestamento per la scelta delle tecnologie di proiezione tridimensionale: molte sale hanno affrettato gli investimenti per adeguarsi a un futuro digitale ormai imminente che manderà la pellicola in pensione (o almeno sarà relegata in una dimensione amatoriale), abbattendo i costi di duplicazione e distribuzione. Per questo motivo, i distributori hanno avviato accordi per contribuire sostanziosamente ai costi per digitalizzare le sale, evidenziando alcuni problemi da risolvere insieme agli altri anelli della catena: le case di produzione e gli esercenti.
L’occasione d’incontro per gli operatori del settore è stata offerta dal II° 3D Day del Future Film Festival di Bologna che, oltre a occuparsi da una dozzina d’anni del futuro del cinema inteso come ricerca negli effetti speciali, nell’animazione e nella computer graphic, ha drizzato le antenne sul 3D e sulla clamorosa spinta che questa tecnologia ha fornito al cinema in tempi brevissimi.

Forte sperimentazione e valori trasversali
La prima parte dell’incontro ha discusso il lavoro di sperimentazione di Wim Wenders con Il Volo, cortometraggio live-action in 3D, reso tecnicamente possibile dal team bolognese composto da Technos-Videone in collaborazione con Xilostudio e Borgatti Edizioni. Sono state mostrate le prime immagini del cortometraggio, girato interamente in Calabria (nella zona di Riace e della Locride) sul ruolo vitale degli immigrati africani che hanno riportato la vita in borghi rurali abbandonati. Una produzione da 180mila euro di cui 70mila messi a disposizione dalla Regione Calabria e il resto da privati e da una sottoscrizione popolare. Il lavoro del regista tedesco ha evidenziato che il 3D non è più territorio esclusivo per film d’animazione o generi come l’horror e la fantascienza, ma può essere utilizzato per condurre lo spettatore in una storia assolutamente reale e, forse, questo progressivo innalzamento dell’età degli spettatori sta contribuendo al successo del 3D.

Occhiali e punti di vista
Non è mancata una riflessione sugli occhiali indispensabili alla visione. Ci sono dei dubbi soprattutto per gli spettatori più piccoli: la distanza tra gli occhi di un bambino è molto diversa da quella di un adulto e gli occhialini non sono adattabili, senza contare le remore igieniche degli adulti per un occhiale appena indossato da qualcun altro. Ci sono molti altri interrogativi: per esempio, quale sia la posizione migliore davanti allo schermo per godersi un film 3D, quale sia la dimensione ottimale della sala e quale sia il momento giusto per eliminare un film dalla programmazione, non troppo tardi ma nemmeno troppo presto, perdendo così il potenziale incasso.

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