Il canale Ict incrementa il business grazie al cloud

La Business Analytics domina gli investimenti Ict ma è il claud il vero artefice degli incrementi di fatturato. Questo è quanto emerge dall’indagine del Politecnico di Milano che ha analizzato il canale Ict italiano

Sviluppo
di sistemi di Business Intelligence e Analytics, rinnovamento dei datacenter,
cloud e Ict as service, introduzione di applicazioni per device mobile e
sviluppo di app mobili per il business. Secondo il report 2012 dell’Osservatorio
Canale Ict della School of Management del Politecnico di Milano,
sono questi i
principali trend tecnologici con i quali si devono confrontare oggi gli
operatori italiani di Infomation e Communication technology.

Infatti,
altre a scattare una fotografia della situazione attuale del canale in termini
di risultati economici degli operatori (attraverso l’analisi dei bilanci di
10.000 società di capitali con un fatturato maggiore di 500.000 euro), il
rapporto ha analizzato in dettaglio l’impatto che alcune delle principali
evoluzioni di mercato stanno avendo sulle strategie degli operatori stessi, sia
a livello di nuovi modelli di business abilitati, sia di nuove competenze da sviluppare
e nuove modalità di relazione con i vendor e con i clienti.

I
risultati hanno mostrato che le aziende stanno più decisamente puntando sulla Business
Intelligence e Analytics
(42%), sul rinnovamento dei dataceter (34%) e su cloud
e Ict as service (30%). Un po’ distanziati seguono l’introduzione di
applicazioni per device mobile (24%) e lo sviluppo di mobile app per il
business (22%).

La
conferma di questi dati arriva dagli operatori: il 77 percento dei 700
intervistati ha dichiarato un incremento del fatturato/marginalità dovuto all’introduzione
di soluzioni cloud nella propria offerta.
Del campione, però solo il 44% ha
dichiarato di avere a listino un’offerta di cloud computing in modalità Saas e si
scende addirittura al 21% nel caso della modalità Iaas. Più in dettaglio, in
relazione all’offerta Saas, la proposta attuale prevede principalmente posta elettronica, Crm, sistemi di collaboration/portali, sistemi
gestionali, Business Intelligence, conservazione sostitutiva e
dematerializzazione. Mentre sul versante Iaas troviamo capacità elaborativa e di storage, software
infrastrutturale, risorse virtuali preconfigurate, ambienti di sviluppo e
deployment e applicazioni software.

Se poi si scindono i singoli settori, si trova che l’offerta
di Business intelligence e Analytics del canale italiano vede prevalere nell’ordine
la Basics Anlytics, la mobile Bi e l’Advanced Analytics. Mentre new tablet, business app ed enterprise application
Store sono gli ambiti che hanno ridefinito le priorità degli investimenti in
Ict di molte imprese italiane.
Secondo l’indagine, gli operatori stanno
cercando di cogliere queste opportunità introducendo anche un’offerta di app:
il 41% degli intervistati ha infatti affermato di avere almeno un’applicazione
distribuita tramite App Store.

Continua
anche a crescere il numero di operatori che hanno inserito il cloud all’interno
della propria offerta e, guardando al futuro, si orientano su soluzioni
applicative e infrastrutturali a maggior valore. “La Business Intelligence – ha commentato Andrea Gaschi, responsabile della ricerca osservatorio Canale
Ict School of Management
Politecnico di Milano – è un
ambito che sembrava consolidato, ma che ha trovato nuovo slancio anche sulla
spinta di alcuni trend innovativi Mobile BI e Big Data fanno registrare un
significativo interesse da parte degli operatori. L’andamento del fatturato
degli operatori del canale Ict è rimasto pressoché invariato nel 2012
”.

Nel corso del 2010
gli indici di redditività economica appaiono ancora in leggero calo per gli
operatori con un fatturato maggiore di 500.000 euro. La contrazione più
significativa si registra nel Roe (return of equity) medio, che perde due punti
percentuali passando dall’11,3% del 2009 al 9,5% del 2010. Il Roi (Return of
investment) è passato invece dall’8,8% del 2009 al 10,7% del 2011, mentree
l’Ebitda dal 8,6% del 2009 al 9% del 2011.

L’adozione delle nuove tecnologie – commentato
Massimiliano Ortalli, ecosystem & channel director di Sap Italia
richiede
che gli operatori facciano una scelta di campo: oggi la vastità dell’offerta,
la diversificazione degli step e gli investimenti richiesti obbligano di
circoscrivere il numero di tecnologie su cui investire. Noi stessi stiamo
specializzando il canale e i risultati ci stanno dicendo che questo tipo di
approccio premia perché il mercato sta riconoscendo ai partner il valore della loro
specializzazione
”.

Abbiamo 28mila operatori che lavorano a
livello locale
– ha affermato Marco
Parisi
, sales and marketing canale
var e servizi It di Telecom Italia -. La maggior parte delle Pmi è seguita da esperti locali: le loro
competenze sono fondamentali e costituiscono una prima barriera all’adozione
delle tecnologie. Per la nostra offerta Impresa Semplice abbiamo costituito insieme
al canale un percorso di formazione che educhi e abiliti i nostri partner
all’adozione di tecnologie ma che fornisca anche competenze commerciali, creando
un modello di business che sia più aderente al contesto economico. Oggi il
mercato richiede la conversione del progetto in servizio al cliente e l’elasticità
per modulare costi e investimenti in funzione del fabbisogno dell’impresa
”.

Per
Silvia Massetti, channel & mid market marketing manager
di Ibm Italia,i nuovi modelli di business stanno richiedendo
al nostro canale di sviluppare competenze diverse. Non si parla più di una
rivendita a cui si aggiunge qualche servizio professionale. Gli operatori che
hanno fatto investimenti infrastrutturali per portarsi in casa un servizio di
hosting travestito da outsourcing non sono stati in grado di erogare ai clienti
ulteriori servizi perché dovevano effettuare ulteriori investimenti. Oggi le
nuove tecnologie permettono ai partner di ripensare quello che possono fare
perché richiedono investimenti più contenuti rispetto al passato e soprattutto permettono
di soddisfare una domanda che sta cambiano e che crede che l’It sia tutto pay
per use. Ma anche che ha minori budget a disposizione
”.

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