Il calvario infinito di Olivetti Pc

Negli ultimi tempi, si è tornato a parlare insistentemente del futuro di quella che una volta era la realtà di Olivetti Pc, una delle più importa nti d’Europa, con una produzione annua di 900mila pezzi (ancora nel 1995/96 e un fatt …

Negli ultimi tempi, si è tornato a parlare insistentemente del futuro di
quella che una volta era la realtà di Olivetti Pc, una delle più importa
nti
d’Europa, con una produzione annua di 900mila pezzi (ancora nel 1995/96 e
un fatturato poco sotto i mille miliardi di lire. Com’è noto, la produzion
e
è oggi sostanzialmente bloccata, il contenzioso sindacale aperto e di
difficile soluzione, la distribuzione interna e internazionale ferma per
mancanza di forniture.
La società è tuttora in vendita ed è in corso un tentativo
(l’ennesimo) di
vendita degli asset a un gruppo di possibili compratori.Lo spiraglio si è
aperto dopo che, all’inizio dell’anno, il presidente Roberto Schisano aveva
tentato la carta del management buy-out, trasformando quella che era
Olivetti Computers Worldwide (Ocw) in Eurocomputer. Il tentativo è fallito
,
nonostante esista tuttora una fedele base di utenti in Europa e siano
arrivate richieste anche da potenziali nuovi clienti. L’ultimo pezzo a
essersi staccato è quello della filiale britannica di Ocw, messa in
liquidazione, seppure nell’ultimo anno si sia registrato un raddoppio nel
fatturato.
La situazione, in effetti, appare paradossale. Secondo che ha lavorato in
Ocw, dopo il distacco da Olivetti, non c’è mai stato il capitale
sufficiente per fare di quest’attività un successo. Di fatto, l’azienda
ancora possiede uno stabilimento tecnicamente aggiornato, gestito da un
sistema Sap R/3 e, dunque, richiederebbe solo un’iniezione di denaro
lizuido per andare avanti. Altre campane suggeriscono che la base dei costi
si tuttora troppo alta per competere nell’era delle varie Dell o Compaq. E
non è servito ridurre la produzione a 500mila pezzi all’anno, quando fu
deciso di non produrre più macchine per la fascia consumer. Ora c’è un
esempio concreto di ripresa che è possibile seguire. é quello di Tulip,
che
ha rischiato la chiusura, ma poi è riuscita a cedere le attività produtt
ive
a Ingram Micro, mantenendo però l’area della ricerca & sviluppo e
trasformandosi in un system integrator.

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