Il 45% delle aziende ha ancora difficoltà finanziarie

Migliorano però le condizioni di costo dei prestiti erogati dalle banche, secondo l’Osservatorio sul credito di Confcommercio

I salvadanai delle aziende non tintinnano ancora come dovrebbero. Secondo i dati dell’Osservatorio sul credito del terzo trimestre 2009, realizzato da Confcommercio, il 45% delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha registrato qualche difficoltà nel far fronte al proprio fabbisogno finanziario (di queste, l’8,5% ha dichiarato di aver alzato bandiera bianca). Gli imprenditori in difficoltà erano poco più del 40% nel trimestre precedente. Contemporaneamente, però, è diminuita la domanda di credito, perché poco più di un’azienda su quattro si è rivolta alle banche contro una su tre nel secondo trimestre del 2009. Inoltre, è aumentato il numero delle imprese che ha ottenuto un fido pari o superiore a quello richiesto (il 72% rispetto al 64% dei tre mesi precedenti).

Nel dettaglio, le imprese che si sono rivolte alle banche per un prestito sono state il 27%, contro il 34% del passato trimestre. Il 7% delle Pmi ha ottenuto il fido ma per un importo inferiore a quello sperato, mentre il 6% ha dovuto incassare un rifiuto e una percentuale analoga sta ancora aspettando la risposta della banca.
Analizzando la qualità dell’offerta del credito, spicca la percentuale (quasi il 30%) di aziende secondo cui le condizioni di costo dei finanziamenti sono  migliorate rispetto il trimestre precedente. Ma osservando altre caratteristiche del credito (quantità di credito disponibile, durata, costo dell’istruttoria e garanzie richieste dalle banche), prevalgono sempre le aziende secondo cui le condizioni sono invece peggiorate.

È quindi un mercato del credito piuttosto contrastato, con un sistema bancario che sembra meno rigido ma che ancora penalizza soprattutto le imprese di minori dimensioni e operanti nel Mezzogiorno. Qui le Pmi in difficoltà superano del 17% quelle che dormono sonni tranquilli. Di maggior salute godono le aziende più grandi e situate nelle regioni settentrionali.
Per il futuro, una nota positiva arriva dalle previsioni sulle capacità di far fronte al proprio fabbisogno finanziario nell’ultimo trimestre dell’anno: qui prevalgono gli ottimisti sui pessimisti, seppur con uno scarto minimo (2%).

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