Ibm, tutto è datawarehouse

Al varo la strategia Dynamic Warehousing.

Pronubo il Gartner Business Intelligence Summit di Chicago, Ibm ha introdotto la strategia Dynamic Warehousing, tesa a far utilizzare le applicazioni analitiche avanzate per il supporto delle transazioni di business.

L’idea di fondo è di costituire un datawarehouse a supporto delle attività commerciali, il più completo e multiforme possibile, con dati provenienti da documenti di testo, posta elettronica, file audio e pagine Web.

La strategia è tesa a supportare le applicazioni di Business intelligence sia dei partner di Ibm, sia degli altri vendor (come Business Objects, Cognos e Microstrategy).

L’azione, pertanto, è competitiva a quella di Oracle e di Informatica, che già hanno proposte infrastrutturali in tal senso.

I presupposti tecnologici che ne stanno alla base sono quelli della “terza generazione” di datawarehouse: la prima era quella focalizzata sulle operazioni di query e reporting, la seconda quella che valorizzava le tecnologie Olap (Online analytical processing) e sul data mining per le analisi dello storico di business. Ora, invece, si tratta di analizare le informazioni on demand, per fluidificare le transazioni di business, con tutto ciò che serve alla bisogna, dovesse essere anche non convenzionale.

Il legame fra il Dynamic Warehousing e l’approccio “on demand”, ormai un classico di Ibm, è chiaro.

Al centro della proposta, ovviamente, ci sono Db2 9, come database, e il rinnovato Db2 Warehouse, che incorpora tecnologia proveniente sempre dall’acquisizione di Ascential, operazione compiuta tempo fa, ma i cui frutti hanno una lunga gittata.

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