Ibm nella Liberty Alliance

Cade anche l’ultimo renitente: con Big Blue, la strada per lo standard di identity è in discesa.

Mancava giusto Big Blue.


Dopo anni di attesa e reiterati inviti a farlo, anche Ibm ha aderito alla Liberty Alliance, il consorzio per lo sviluppo di standard per la gestione delle identità digitali patrocinato da Sun e supportato da realtà come Oracle e Intel (più una lunga lista di altri aderenti).


Big Blue, quindi, abbandona l’idea di “far da sola” e si unisce al gruppo che sostiene quello che sarà il possibile standard dell’identification. Quancosa di forte.


Tanto quanto basta per affossare l’identico tentativo fatto da Microsoft, per la creazione di uno strumento trasversale (cross-industry) di gestione di identità. Stiamo parlando di Passport, la soluzione di single-sign on che la casa di Redmond pensava di proporre ad ampio spettro e che, invece (è notizia di ieri) rimarrà confinata allinterno delle tecnologie .Net.


Ma, a questo punto, anche con un ruolo rivisto nell’aspetto della “carica istituzionale”.


Come tecnologia Passport fu acqusitata da Microsoft nel 1998, con l’azienda che la creò, Firefly Technologies. Ma ilmercato non aderì all’invito di sottoporre al filtro di Passport le connessioni e, dopo il 2001, ano in cui si formò la Liberty Alliance, iniziò il suo lento declino in materia di importanza strategica per il mercato.

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