Ibm fa affari con i concorrenti

"Compaq, Dell, Hewlett Packard? Sono fra i nostri migliori clienti". A dirlo non è però Microsoft, ma la divisione Technology Group di Ibm ch e nell’agosto del 1997 ha iniziato ad aprire le porte del proprio centro tecnologico a …

"Compaq, Dell, Hewlett Packard? Sono fra i nostri migliori clienti".
A dirlo non è però Microsoft, ma la divisione Technology Group di Ibm ch
e
nell’agosto del 1997 ha iniziato ad aprire le porte del proprio centro
tecnologico all’esterno e adesso può mettere sul piatto qualcosa come 19
miliardi di dollari di ricavi di cui 6,8 che derivano direttamente da
accordi Oem (dati 1998).
"L’anno scorso – spiega Jim Vanderslice, senior vice president and
group Executive Technology Group di Ibm – abbiamo stretto accordi Oem
per 30 miliardi di dollari e queste decisioni rispondono a un preciso
obiettivo strategico"
.
Il ragionamento in effetti è semplice. Per anni la struttura tecnologica e
di componentistica di Ibm ha lavorato per la maggior parte del proprio
tempo per un unico committente, la Ibm stessa. Ma dove sta scritto che non
si possa fare dei soldi anche in altri settori o dai competitor stessi?
Detto, fatto. Ibm inizia a parlare con altri attori del palcoscenico
informatico, molti di loro concorrenti di Big Blue. A maggio ’98, Ibm si
allea con Western Digital per uno scambio di brevetti relativi ai dischi
fissi. Big Blue fornisce la propria tecnologia Gmr a Western Digital che la
utilizza nei propri hard disk. A marzo del ’99, Ibm e Dell stringono un
accordo pluriennale del valore complessivo di 16 miliardi di dollari (la
cifra più alta nella storia informatica). Dell comprerà per i prossimi 7
anni dischi fissi, display, componenti e via dicendo per un valore appunto
di 16 miliardi di dollari. Sempre in marzo entra in scena Emc. Qui
l’accordo vale "solo" 3 miliardi di dollari ed Emc si impegna ad acquistare
disk drive Ibm da inserire nelle proprie soluzioni di storage. Andiamo
avanti e si arriva a giugno ’99 quanto Ibm firma con Acer: 8 miliardi di
dollari è il valore complessivo dell’accordo che ricalca quello con Dell.
Infine, l’intesa con Cisco che se da un lato segna, di fatto, l’uscita di
Ibm dal networking, dall’altro sottolinea l’interscambio tecnologico fra le
due società.
Questi accordi sono solo quelli più eclatanti firmati da Ibm negli ultimi
anni e testimoniano il ruolo di "supplier" di Ibm. Per il prossimo futuro,
la società si guarderà attorno, per sondare altri settori che esulano da
l
mondo informatico. Un esempio è fornito dall’accordo con Nintendo per lo
sviluppo di un "system on a chip", ma è prevedibile che altre società
saranno coinvolte in questi accordi. Prendiamo per esempio il Microdrive,
il disco fisso dalle dimensioni di una moneta con capacità di 340 Mb.
Questo hard disk può essere tranquillamente portato sui Pda, sui
dispositivi wireless o sulle fotocamere digitali. Il prossimo passo di Ibm,
a questo punto, sarà quello di diventare integratore per i vendor. Ibm pu
ò
fornire i componenti di base, le schede (alcune volte anche grafiche!) e i
sistemi di testing, con l’obiettivo di fornire una sorta di "scatola, nera"
da inserire nella soluzione finale.

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