Big Blue ha pianificato entro il prossimo aprile il porting del proprio Db2 sulla tecnologia acquisita in estate insieme e Sequent. Piu lenta, invece,l’integrazione sulle varie linee di server oggi disponibili
Diventa un po’ più chiaro il futuro della tecnologia Numa-Q, che Ibm ha
acquisito insieme a Sequent, per la cifra di 810 milioni di dollari. Questa
piattaforma di base, altamente scalabile e a multiprocessing simmetrico,
diventerà una pietra angolare della strategia di Big Blue nel data
warehousing. Entro breve, il costruttore aprirà, a Beaverton (Oregon), un
data center per i sistemi Numa-Q, che sarà dedicato al supporto per le
aziende che devono testare e implementare applicazioni di business
intelligence. All’inizio della primavera, inoltre, sarà pronto il porting
su questa piattaforma del database Db2 Universal, un passo importante,
visto che su Numa erano già disponibili Oracle e Informix.
Non-Uniform Memory Access, lo ricordiamo, è una combinazione di hardware e
software che lavora con processori Intel o Risc e colma alcuni limiti delle
altre piattaforme a multiprocessing simmetrico. I server Numa-Q, che girano
sotto Intel, con sistema operativo Sequent Dynix e, in futuro, con Monterey
Unix, dovrebbero diventare la piattaforma di riferimento di Ibm per le
applicazioni di business intelligence.
Il costruttore dovrebbe anche incorporare le capacità di condivisione dell
a
memoria tipiche di Numa nei server Netfinity, Rs/6000 e anche As/400. Ma
non è previsto che questo accada prima del 2001. Nel frattempo, i clienti
di Big Blue dovranno scegliere fra Rs/6000 e Numa-Q, per non menzionare le
altre opzioni server della società, nel momento in cui dovessero avviare
progetti di data warehousing.