Ibm consiglia sugli smart chip

La divisione Global Services sembra voler puntare sui dispositivi wireless basati su schede a microchip. Su questi prodotti si basa la strategia di partnership Smart Machines.

Nell’ambito della nuova strategia Smart Machines, annunciata venerdì scorso dalla divisione Global Services di Ibm, le aziende potranno rivolgersi direttamente a Big Blue per progettare le applicazioni legate all’impiego di avanzate tecnologie basate su speciali microchip a radiofrequenza, che non hanno bisogno di un contatto diretto con i dispositivi di lettura. In questo momento, per esempio, Ibm sta collaborando con la società britannica Safeway per sviluppare un sistema di pagamento che utilizzerà le smart card wireless al posto delle normali carte di credito, riducendo in modo sostanziale il rischio di frodi.

Altri esempi di applicazioni dei sistemi basati su smart chip è il programma eSuds, sviluppato da Ibm e da Usa Technologies per gestire i servizi di lavanderia all’interno dei college americani. Con eSuds, lo studente deve semplicemente avvicinare la propria smart card a un sensore per addebitare in banca le spese sostenute nella lavanderia del campus e per controllare la data di consegna dei capi lavati. Ibm lavora da tempo con i chip per carte intelligenti in radiofrequenza, ma oggi per la prima volta i prezzi di questi sistemi giustificano l’investimento in applicazioni di massa. Anche Visa ha annunciato di voler utilizzare gli smart chip in radiofrequenza per l’acquisto di merci tramite i distributori automatici.

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