Forte dei progetti già sviluppati finora, Big Blue ha deciso di creare una divisione specifica dedicata all’Autonomic Computing, che collaborerà sia con i gruppi che oggi si occupano di server sia con l’area Global Services.
Prosegue la manovra di avvicinamento di Ibm a un futuro in cui i computer saranno in grado di pensare da soli. All’inizio di questa settimana Big Blue ha annunciato la creazione di una nuova divisione dedicata all’Autonomic Computing, l’informatica autonoma dei computer capaci di funzionare da soli o in quasi totale assenza dell’inetrvento umano. Il nuovo gruppo è stato affidato alla guida di Alan Ganek, nuovo vice-presidente di Ibm, che si è detto convinto dei grandi mutamenti resi possibili dall’Autonomic computing. Una tecnologia liberatoria, che permetterà ai clienti di «pensare più agli affari che alle infrastrutture».
La divisione collaborerà con la ricerca Ibm e con i gruppi che oggi si occupano di server, software e personal computer, nonché con gli esperti degli Ibm Global Services che aiuteranno a progettare e creare nuovi prodotti centrati sull’autonomia delle macchine.
Ibm sta lavorando a questi sistemi da oltre un anno e ha già integrato molti elementi di questa strategia nelle ultime versioni del database Db2 (la versione 8) e nei server P-Series. Il nuovo gruppo servirà per attivare un nuovo livello di impegno da parte di Ibm, per “spargere” l’autonomia in tutti gli altri prodotti di Big Blue e operare insieme ad altri protagonisti del settore in favore di nuovi standard e architetture comuni. Lo scopo ultimo dell’informatica autonoma è facilitare al massimo la gestione delle reti di computer, migliorandone il funzionamento e l’affidabilità. «L’obiettivo finale è rendere possibile un ambiente informatico che sia perennemente online, come il sistema di distribuzione della corrente elettrica», precisa Nick Donofrio, senior vicepresident per le tecnologie e la manifattura in Ibm. Il salto qualitativo sarà analogo a quello compiuto dall’industria telefonica nel passaggio dagli operatori dei centralini alla teleselezione automatica. Una rete “autonoma” sarà per esempio in grado di determinare il fabbisogno di larghezza di banda e di assegnarlo alle diverse risorse interconnesse in tempo reale. Ibm sta già lavorando a nuovi prodotti, come i server X-Series e le soluzioni gestionali dI Tivoli Systems, in grado di facilitare la riparazione e il recovery automatici dei computer che hanno subito danni di una certa gravità.
La nuova generazione di computer in grado di pensare e ripararsi da soli è al centro degli interessi di altre aziende concorrenti di Ibm. Sun Microsystems, per esempio, ha da tempo presentato la strategia N1, che cerca di automatizzare molti dei compiti oggi curati manualmente dagli amministratori di rete. Analoghi progetti fervono anche in casa di Hewlett-Packard e altri costruttori.





