Ibm “apre” anche il riconoscimento vocale

Donato all’Apache Software Foundation codice per il riconoscimento di parole base, mentre Eclipse si è aggiudicata alcuni tool di speech editing.

13 settembre 2004

Ibm ha deciso omaggiare nuovamente la comunità opensource. Oggetto del regalo, in questo caso, sono alcune componenti della sua tecnologia di riconoscimento vocale. Si tratterebbe di una quantità di codice costata a Big Blue 10 milioni di dollari in sviluppo.


Nello specifico, sono coinvolte componenti per il riconoscimento di parole base inerenti date e luoghi, donate all’Apache Software Foundation, e alcuni tool di speech editing, che Ibm ha invece donato a Eclipse Foundation, altra nota comunità open source. Si tratta del secondo importante contributo di Ibm a favore della fondazione Apache, dopo la devoluzione del database Cloudscape lo scorso agosto.


Come sempre succede nel caso di simili iniziative, anche questa è tesa a promuovere lo sviluppo di un mercato e mettervi un piede ben saldo prima che il trend esploda. E per le applicazioni vocali è prevista una forte crescita nei prossimi anni, legata in particolare alla diffusione nei call center e nel comparto automobilistico.


La tecnologia che sottende alle applicazioni di speech recognition ha fatto negli ultimi tempi passi da gigante, aumentando notevolmente il vocabolario di parole e frasi interpretate, grazie allo sviluppo di nuovi algoritmi e all’aumento della potenza di elaborazione dell’hardware.


Quelli che una volta dovevano per forza essere software creati ad hoc, sono oggi prodotti standardizzati integrabili facilmente, e con costi minori, nelle applicazioni Web. In questo rinnovato scenario, la tecnologia Ibm compete con Microsoft Speech server 2004, lanciato in marzo.

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