A colloquio con Nicola Previati, responsabile delle attività italiane di AWS. La proposta, l’approccio, i partner.
Al primo Aws Summit italiano, tenutosi a Milano poche settimane fa, le iscrizioni sono state chiuse con dieci giorni di anticipo, essendo stato raggiunto il numero massimo di partecipanti.
Una chiara dimostrazione dell’attenzione che i Web Services di Amazon riscuoto ormai anche nel nostro Paese.
”Abbiamo organizzato una serie di meeting in tutto il mondo – racconta Carlos Conde, Senior Manager Solutions Architecture in AWS – registrando oltre 40.000 adesioni. Dal primo lancio dei nostri servizi, nel marzo del 2006, oggi siamo presenti in più di 190 Paesi e abbiamo al nostro attivo più di centomila clienti”.
Amazon Web Services è una realtà in continua crescita e non solo dal punto di vista della penetrazione di mercato.
Il grande sforzo è nell’integrazione di nuovi servizi e nuove funzionalità e nel continuo adeguamento della capacità computazionale alle esigenze di un’utenza sempre più critica.
Così, se lo scorso anno Conde racconta sono stati integrati 159 tra nuovi servizi e funzionalità, ins oli sei mesi quest’anno ne sono stati aggiunti 154 in più.
E la capacità computazionale è ”pari a quella dei 14 principali competitor messi insieme”.
Il paradigma dei servizi cloud di Amazon, nati dapprima come servizi interni ed estesi solo in un secondo tempo all’esterno, è semplice: nessun investimento di capitale, nessuna installazione fisica, modello pay as you go.
”Non c’è bisogno di inventarsi la capacità di cui si ha bisogno: il fondamento dell’elasticità del cloud sta proprio nella corrispondenza tra la disponibilità e l’effettiva necessità”.
E poi ci sono le economie di scala, che hanno portato realtà come Dropbox, Spotify, Airbnb ad affidarsi completamene ad Aws per la loro operatività o che portano Samsung a dichiarare un risparmio di 34 milioni di dollari in due anni dopo il passaggio al cloud di Amazon.
”Ogni giorno – prosegue Conde – Aws aggiunge capacità computazionale per supportare in primis il business di Amazon.com, cosa che abbiamo iniziato a fare quando il suo business era di 7 miliardi di dollari. Ma quel che si mette in moto è un circolo virtuoso: più infrastruttura significa più economie di scala, minori costi infrastrutturali, prezzi ridotti, che a loro volta portano più clienti innescando di conseguenza un maggiore utilizzo dell’infrastruttura”.
Ecco perché Amazon Aws si propone come piattaforma per l’innovazione, adatta anche alle piccole e medie imprese, incluse quelle interessate a un percorso di internazionalizzazione.
Per quanto riguarda nello specifico il nostro Paese, le attività sono seguite da una struttura dedicata, la cui responsabilità è stata affidata a Nicola Previati.
La struttura ha sede in Lussemburgo, scelta utile, secondo Previati ”perché ci ha consentito di seguire la crescita dei casi d’uso in tutta Europa”.
Lo sviluppo delle attività e l’interesse crescente registrato in Italia non fa escludere oggi la possibile apertura di un ufficio sul territorio, anche se tempi e modi non sono al momento noti.
All’inizio, ricorda Previati, è stato naturale rivolgersi alle startup, che di fatto ”sposano in toto e in partenza un modello web services”.
Diverso, e senza dubbio più complesso, è portare le aziende più strutturate verso questo modo di intendere l’It.
”Un aiuto molto importante ci viene dal nostro ecosistema di partner. Sono realtà con skill importanti, sicuramente alcune di loro non sono le It companies come siamo abituate a pensarle. Sono però partner specializzati nell’approccio al cloud”.
I primi interlocutori di riferimento, secondo Previati, sono i system integrator, cui si affiancano i consulting partner e partner tecnologici, come gli Isv, che utilizzano Aws come piattaforma per i loro servizi.
Attualmente, la rete dei partner italiani include realtà molto diverse tra loro: da Storm Reply, divisione del Reply Group, creata nel 2011 per aiutare le aziende italiane a muoversi sul cloud, a New Vision, software house e Technology Partner che servendosi del cloud AWS, è in grado di offrire ai clienti enterprise l’accesso a software altamente affidabili e sicuri – pay as you go.
”Il mondo enterprise si sta muovendo – osserva Previati – probabilmente anche sulla scorta dell’esperienza maturata dalle startup”, magari intese in un’accezione un po’ più apia.
”Se si pensa alle startup non semplicemente come a piccole realtà di poche persone, ma si amplia il concetto ai progetti ad alto rischio, ecco che il modello che Aws porta con sé trova subito una collocazione”.
Infine, un’ultima nota tocca al tema della sicurezza.
In Aws la sicurezza è direttamente integrata nei servizi, ma l’approccio è costruito sul concetto di responsabilità condivisa: ”Aws si occupa di facilty, sicurezza fisica, infrastruttura server,
ma la parte di gestione del sistema operativo, del firewall, i security group sono in carico al cliente, al quale Aws segnala situazioni anomale”.