Un’indagine svolta da Idg Research per conto di Getronics, su scala mondiale, evidenzia che gli It manager sono preoccupati soprattutto dalla necessità di ridurre i costi, ma anche dal rapporto con la clientela. Latitano cultura e strumenti per controllare il Roi.
L’ultima volta che il mondo è stato colpito da una seria recessione risale a oltre dieci anni fa. Da allora lo scenario dell’Ict è profondamente mutato e, se alcune esigenze delle aziende utenti sono rimaste invariate nel tempo, di fronte all’attuale congiuntura negativa emergono preoccupazioni e segnali che fanno pensare a una progressiva ripresa degli investimenti, legati però a ben delineati criteri di business.
Come emerge da una recente indagine condotta da Idg Research, per conto di Getronics, in cima agli elementi di valutazione degli It manager, di fronte alla scadenza di presentazione dei budget per il 2003, c’è soprattutto la volontà di ridurre i costi. La ricerca, che è stata condotta in Europa e negli Usa su 450 responsabili informatici (70 in Italia) evidenzia una forte necessità di risparmiare e di aumentare la redditività(o almeno il fatturato) nelle considerazioni legate agli obiettivi di business per l’anno prossimo.
Se queste sono le premesse, non mancano però contraddizioni ed elementi che fanno propendere per un cauto ottimismo in termini di previsioni sull’auspicata ripresa generale del settore. Si parla tanto del Roi come principio fondante delle decisioni di spesa delle aziende utenti, ma, in realtà, solo il 18% utilizza strumenti di misurazione specifici (il 15% in Europa), mentre la maggioranza valuta il successo dei progetti in modo più empirico, guardando ai costi complessivi e al tempo di realizzazione. In questo, i manager informatici si differenziano sensibilmente dai loro colleghi finanziari, che nell’86% dei casi utilizzano una metrica ad hoc. In compenso, il 41% degli intervistati prevede un aumento della spesa It per il 2003, in un ordine del 20% circa. Inoltre, solo il 18% ritiene che ci sarà una diminuzione, segno che almeno la tendenza alla flessione degli ultimi due anni dovrebbe perlomeno arrestarsi.
Le aree di maggior attenzione differiscono a seconda che ci si riferisca ai manager europei o a quelli americani. Qui da noi la voce primaria di spesa sembra essere la sicurezza, mentre negli Usa è solo al sesto posto, preceduta da Crm, e-commerce ed Erp, che occupano i primi tre posti della graduatoria. Per il futuro a medio termine, invece, si rivede un interesse preponderante per le-commerce (37%), seguito da data warehousing, Erp e Crm. Un interesse ancora contenuto è stato espresso, invece, per l’automazione della supply chain e le tecnologie wireless.
Contrariamente a un passato focalizzato soprattutto sulle tecnologie, oggi è decisamente il business a guidare le scelte di investimento It e, pertanto, non c’è da aspettarsi più la corsa all’aggiornamento del passato, ma semmai uno spazio crescente per scelte non solo tecnologiche ma anche organizzative: il peso dell’outsourcing ne può essere l’esempio più calzante, ma sono emerse anche priorità come il consolidamento delle infrastrutture hardware e software, nonché la standardizzazione. L’esternalizzazione è destinata a crescere per aree come le reti, gli help desk, le applicazioni di sviluppo e i processi di business. La propensione è giustificata dalla convinzione di ricavarne una diminuzione dei costi, per potersi focalizzare sul core business.
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