I tagli di WorldCom

Il carrier statunitense sta attraversando un momento difficile e, dopo essersi appellato al Chapter 11 lo scorso mese di gennaio, annuncia il licenziamento di altri 3.700 dipendenti, dopo i 9mila dello scorso anno

La notizia è confermata. WorldCom torna a
tagliare. Questa volta a rimetterci il posto sarà il 6% dell’intera forza lavoro
della società, circa 3.700 dipendenti statunitensi impiegati nella divisione
dedicata ai data services. Il carrier statunitense – che di recente ha fatto
domanda di bancarotta, appellandosi al Chapter 11, e che risulta sotto inchiesta
da parte della Securities and Exchange Commission statunitense, che sta
indagando sul suo terzo trimestre 2000 – aveva già lasciato a casa 9mila
dipendenti nel corso del 2001. Il tutto in risposta alla profonda crisi
economica che ha investito l’industria delle telecomunicazioni e che, secondo il
management della società, avrebbe richiesto un deciso piano di ristrutturazione
e un intenso programma di riduzione dei costi. E a quanto pare, a pensarla come
WorldCom sono in molti, visto che – secondo quanto riportato da Challenger, Gray
& Christmas, società di ricollocamento statunitense – dall’inizio dell’anno
a oggi, i licenziamenti annunciati dalle telco sono saliti a quota 60.691. Tra
questi vi sarebbero i 9mila di Global Crossing, in piena bancarotta, e i 10mila
annunciati lo scorso mese di marzo da Verizon
Communications.

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