Global Crossing chiede la protezione del Chapter 11

Il carrier ha chiesto l’amministrazione controllata, ma può ancora far leva sui massicci investimenti ottenuti da Hutchison Whampoa e Singapore Technologies Telmedia.

Global Crossing, operatore globale di servizi di telecomunicazione, ha chiesto ufficialmente di usufruire delle misure di salvaguardia previste dalla normativa americana sui fallimenti, l’ormai purtroppo celebre Chapter 11. Le attività nel frattempo proseguiranno normalmenet grazie ai 750 milioni di dollari in contanti investiti da due aziende, Hutchison Whampoa e Singapore Technologies Telmedia, che dovrebbero bastare a rassicurare clienti e investitori dell’operatore in crisi. La dichiarazione di John Legere, Ceo di Global Crossing, mira appunto a tranquillizzare entrambe le categorie di persone: «La nostra vicenda è puramente legata a questioni di bilancio, non di operatività. Con la ristrutturazione ci siamo messi alla spalle le incertezze finanziarie e la capacità della nostra rete tornerà a essere un fattore primario nella visione dei nostri clienti».
Il salvagente gettatole da Hutchison e Telmedia ha però il suo prezzo: in cambio dei 750 milioni Global Crossing cederà ai due soccorritori delle quote di partecipazione, la cui entità rimane per il momento sconosciuta.

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