Le prime trenta aziende del settore fanno più dell’80% del mercato. Oltre 1,2 milioni sono le unità consegnate. Tira il consumer e nelle gare pubbliche gli assemblatori continuano a dire la loro
L’inchiesta commissionata dal nostro Ufficio Studi a Sirmi sui principali produttori italiani di pc testimonia un mercato molto vitale. In Italia sono attive oltre 1.000 aziende con un’offerta spesso orientata alla realizzazione di configurazioni specifiche ritagliate sulle esigenze dei clienti. I comportamenti sono artigianali, frutto di marginali barriere tecnologiche, rese nulle da una vasta offerta di componentistica.
Il mercato totale dei pc consegnati in Italia è stato nel 2000 di 3,1 milioni di unità (dati Sirmi) e di questi oltre 1,2 milioni fa riferimento a produttori italiani che detengono una quota pari al 39,3% sul totale. Nell’ultimo decennio la quota non è mai scesa sotto il 35%.
Se consideriamo solo il mercato consumer questa percentuale è di poco inferiore al 50%, con quasi 468.000 unità consegnate nel 2000. Vanno molto bene anche le vendite di assemblati nelle Pmi e nella Pubblica amministrazione sia locale che centrale.
Nel caso di gare pubbliche i produttori nostrani sono lesti a organizzarsi in associazioni temporanee di imprese con altri player del settore.
Certamente uno dei motivi della crescente diffusione dei pc prodotti in Italia deriva dalla flessibilità delle configurazioni in un’ottica di build to order.
Il mercato è al tempo stesso frammentato e concentrato: gli attori sono più di 1.000, ma le prime 30 aziende hanno consegnato l’82% del totale dei cloni nel 2000.
Ulteriori dettagli sull’indagine saranno pubblicati sul n. 20 di Reseller Weekly del 5/6/2001 e sul n. 98 di Computer Dealer & Var in uscita nei primi giorni di luglio.