I pareri dei partner sulla convergenza

Gaetano Montingelli, direttore generale di Assotel. Assotel (Associazione operatori di telefonia e telematica) rappresenta gli installatori italiani che si occupano di impianti e che portano in azienda la tecnologia. Un’offerta che non può prescindere …

Gaetano Montingelli, direttore generale di Assotel.

Assotel (Associazione operatori di telefonia e telematica) rappresenta gli installatori italiani che si occupano di impianti e che portano in azienda la tecnologia. Un’offerta che non può prescindere dalla convergenza. Ma prima ancora di pensare alla convergenza sui servizi, bisogna pensare a una convergenza dei segnali, che stanno alla base dei servizi stessi. L’utenza privata, ormai, ha esigenze che si avvicinano sempre più a quelle dell’utente business. E diventa, quindi, importante garantire a tutti i target una continuità dei servizi, anche a fronte delle varie normative, che possono cambiare da un momento all’altro la possibilità di offrire dei servizi via rete. Gli stessi hot spot, per esempio: se ne contano 2.800 pubblici. Ma a questi devono aggiungersi anche quelli privati. Bisogna definire bene qual è la base, e poi, su questa, pensare a offrire dei servizi.

Francesco Saluta, amministratore unico di Siportal.
La convergenza è un’opportunità di sviluppo economico. Il fatto di portare il cliente a utilizzare la banda larga vuol dire abilitarli a utilizzare tutti i servizi che sfruttano tale tecnologia, sui quali gli operatori possono aggiungere il proprio valore.

Francesco Morelli, responsabile sviluppo rete e centri competenza
dei Puntoe di Computer Var.



La convergenza per noi inizia dal networking e prevede un’integrazione fra le varie tecnologie, dagli apparati alle reti VoIp.

Christian Pastori, amministratore di Geco.

La convergenza inizia dalla parte software di un progetto. Poi, di conseguenza, coinvolge anche la banda, che diventa abilitante per lo sviluppo di progetti adatti alle esigenze del cliente.

Giuseppe Baccanelli, direttore marketing di KnQuest (in rappresentanza di Aiip – Associazione italiana Internet provider).
Negli ultimi anni, è il canale che ha portato la convergenza ai clienti, con servizi di rete e VoIp. Se inizialmente il Voice Over Ip era considerato solo per gli aspetti economici, ora il canale sta aggiungendo valore, e questa tecnologia si integra sempre più nell’It aziendale.

Paolo Arnoldi, responsabile di Sintec.

Convergenza significa trovare dei margini che altri ambiti tecnologici ormai non consentono più.

Marco Lorefice, direttore marketing di Ready Informatica.

Il nostro compito è cercare nuove tecnologie, poco conosciute. Le portiamo in Italia e ci occupiamo della loro evangelizzazione. Il nostro contributo alla convergenza l’abbiamo dato sdoganando Citrix, le cui soluzioni consentono l’integrazione di tecnologie.

Luca Arduini, analista di Nextvalue.
Il nostro mestiere è la consulenza alle aziende per lo sviluppo del loro business. E oggi la convergenza rientra tra le leve strategiche per restare sul mercato in maniera competitiva. E proprio per questo più che di convergenza, in questo caso si dovrebbe parlare di superconvergenza.
Si tratta di far incontrare due grossi ambiti, quello delle Tlc con l’It, e che deve coinvolgere anche il canale, con la creazione di fornitori con multicompetenze.
Il tutto a vantaggio del cliente. Ma a oggi tale processo è ancora limitato, col risultato che si rallenta anche il mercato.

Massimiliano Donvito, amministratore delegato di Shaft.

La convergenza non può prescindere dalla sicurezza.
I servizi che passano su Ip devono avere e dare le garanzie alle aziende che li utilizzano

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