I numeri a conforto dei provider alternativi

All’interno del concetto globale di convergenza, l’accezione più rilevante dal punto di vista delle opportunità per il canale riguarda il mercato del VoIp e i servizi di connettività. In questo campo, in particolare, la liberalizzazione del mercato del …

All’interno del concetto globale di convergenza, l’accezione più rilevante dal punto di vista delle opportunità per il canale riguarda il mercato del VoIp e i servizi di connettività. In questo campo, in particolare, la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e i successivi investimenti in unbundling degli operatori alternativi hanno determinato un fermento ben lontano dal placarsi. A livello legislativo in Italia c’è ancora molta strada da fare per definire concorrenziale e libero il mercato della banda larga, ma i presupposti, confortati dai numeri, sono positivi.
Secondo il rapporto Assinform 2006, l’Italia si posiziona a metà classifica rispetto all’Europa, con un tasso di penetrazione della banda larga del 10% nel 2005, pari a Germania, Portogallo e Spagna. Capofila è comunque l’Olanda con un 24 per cento. Interessante notare che la vendita degli apparati di rete multiservizio nel 2005 ha registrato un +13,4% contro il +3,5% dell’anno precedente per un valore di mercato di 950 milioni di euro.

Più della metà dei servizi di trasmissione dati sono ormai basati su Ip, segno lampante della forte richiesta di migrazione verso i servizi voce/dati basati esclusivamente sul protocollo dati. Considerando lo spettro più ampio degli accessi a Internet, il rapporto Assinform denota un mercato da 2.390 milioni di euro (+21%) con un -14,1% del dial up tradizionale a favore di un +29,7% dei servizi always on. In particolare, l’accesso a banda larga ha coinvolto circa 6.780.000 accessi nel 2005 (+52,4% rispetto all’anno precedente). Si è prevista per il 2006 una quota intorno agli 8,7 milioni di accessi che dovrebbe toccare i 10 milioni nel 2007 (rispetto ai 22 milioni di linee telefoniche attive in Italia). Dei 6,8 milioni di accessi, circa 300mila sono in fibra ottica (+40,1% rispetto all’anno precedente).
Secondo i dati elaborati da Telecom Italia, l’Adsl oggi è in grado di raggiungere circa l’87% della popolazione, percentuale bassa rispetto alla media europea, e solamente il 44% delle zone considerate rurali. Il piano triennale presentato dal Ceo Riccardo Ruggiero, promette una copertura al 98% entro il 2008.

Da notare ancora che Telecom Italia coprirebbe circa il 75,5% dell’offerta totale di banda larga, ma l’incumbent perde terreno, seguendo il trend europeo. Nel Vecchio Continente, infatti, nel terzo trimestre del 2006 gli incumbent registravano un +5% di crescita contro il +11% dello stesso periodo del 2005. Ancora, il settore dell’unbundling è passato dal +27% di incremento del luglio 2003 al +46% del luglio del 2006.
Determinante, dunque, per gli operatori alternativi e i loro partner di canale il forte deficit di banda larga nelle zone rurali. È qui che si sta assistendo a due fenomeni, il primo di carattere strategico, il secondo tecnologico. Da una parte si stanno costituendo sempre più società private che, per conto delle Pubbliche amministrazioni locali, portano la banda larga nei piccoli comuni. Dall’altra le tecnologie impiegate – Wi-fi ora, Wi-max domani – suppliscono alla mancanza di una centralina Adsl nelle vicinanze del sito interessato.

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