Hyundai per Prodi

Hyundai ImageQuest Italy ha fornito la struttura It per la presenza della Presidenza del Consiglio al Forum Pa 2007.

L’informatizzazione, ormai data per scontata nelle imprese che vogliono essere competitive, sembra una novità nella Pa, vecchia per definizione. Tant’è che ha fatto notizia l’ingresso in Fiera di Romano Prodi che come primo atto ha inaugurato il sito rinnovato del governo attivando la famosa casella di posta elettronica a cui scrivere per avere il filo diretto col governo e ei suoi uffici.

Ancora una volta la forma ha avuto la meglio sulla sostanza. Pochi si sono chiesti chi ha messo a disposizione la tecnologia abilitante per eseguire lo “spettacolo”. A fornire tutta la struttura informatica, audio e video, come sponsor (gratuitamente) all’area dello stand della Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata Hyundai ImageQuest Italy (H.I.I.).

«È la prima volta che il governo si avvale di una sponsorizzazione come questa – spiega Valerio di Falco, direttore commerciale di Hyundai ImageQuest Italy -. Abbiamo fornito prodotti per oltre 100 mila euro circa. È stata indetta una regolare gara d’appalto e siamo stati considerati i migliori a quanto pare. Rispetto ai concorrenti offriamo non solo i prodotti ma anche la loro integrazione. Tutti i computer, gli schermi e i device di ogni tipo in questa vasta area sono tutti connessi grazie alla rete wireless da noi implementata. Tutta la nostra attività di R&D, in cui investiamo il 10% del fatturato, si sta concentrando sulla convergenza. Non offriamo più solo prodotti ma soluzioni integrate».

H.I.I investe direttamente in Italia in Ricerca e Sviluppo, infatti ha da poco aperto uno stabilimento a Frascati, vicino Roma, spendendo 8 milioni di euro. 11 mila metri quadrati, 3 linee di produzione (monitor, Lcd Tv, prodotti It) per 220 mila pezzi prodotti ogni anno, con la previsione di raddoppio nel 2007, moltiplicando per tre anche il numero di dipendenti.

E dall’Italia viene seguita tutta l’attività europea. «Da questa esperienza contiamo di avere un ritorno di immagine di un certo peso e speriamo che possa essere l’inizio di una collaborazione futura con i vari dipartimenti del governo – dice Di Falco -. Non credo che ci sia nulla da temere dalla aziende controllate dalla Pa. Le competenze di noi privati in ambito Ict vanno ben oltre quelle delle in house. Poi non dimentichiamoci che le tecnologie sono proprietarie e il pubblico non può fare a meno di rivolgersi al privato».

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