Ridurre la complessità, consolidare le infrastrutture e garantire disponibilità al massimo livello e protezione dei dati. Sono questi gli obiettivi principali raggiunti da Engineering D.Hub e Hosteur Sas, due partner europei che, appoggiandosi alle tecnologie di storage e AI di Huawei, hanno letteralmente cambiato il modo in cui disegnano, distribuiscono e scalano i servizi digitali ai propri clienti. La loro esperienza è stata portata come esempio ai tanti partner, system integrator, consulenti provenienti da tutto il continente che hanno partecipato a Monaco di Baviera all’IDI Forum 2025 di Huawei, per dimostrare loro come una piattaforma intelligente possa contribuire alla crescita e alla differenziazione del proprio business. Anche in un panorama cloud e AI affollato come quello europeo.
L’agilità degli ambienti Huawei sfruttata da D.Hub per accompagnare la crescita digitale
Engineering D.Hub è una realtà italiana che fa parte del gruppo Engineering e che si occupa di gestire le infrastrutture tecnologiche a supporto di aziende dei settori Healthcare, Industria, Finance e Pubblica Amministrazione e all’interno del gruppo rappresenta il centro di competenza per progettare e erogare servizi infrastrutturali, operando su ambienti mission-critical e soluzioni cloud. Va da sé che gli obiettivi più pressanti per l’azienda, illustrati dalla sua infrastructure director Ingrid Collu, fossero di razionalizzare le infrastrutture IT per semplificare la gestione, ridurre i costi e creare le condizioni per aumentare l’efficacia dei servizi digitali che fanno parte della propria offerta.

“Ci siamo trovati a gestire un’infrastruttura fortemente frammentata, con quattordici sistemi di storage forniti da tre vendor diversi. Un contesto che, oltre a rendere le operazioni complesse e dispendiose, limitava la nostra capacità di evolvere rapidamente i servizi”. Da qui l’esigenza di consolidare le risorse già presenti e adottare un modello più flessibile, in grado di sostenere l’evoluzione dei servizi digitali offerti ai clienti.
Risposte ottenute appoggiandosi a un’architettura basata sui sistemi intelligenti Huawei che ha consentito di “ridurre l’infrastruttura di storage da quattordici a tre sistemi principali, facendo riferimento a un solo vendor, con la conseguenza di semplificare enormemente la gestione, di ridurre i costi del 54% e di ottenere un miglioramento del 46% nell’efficienza operativa” ha spiegato Collu.
Benefici che sono andati ben oltre gli aspetti economici. Il nuovo assetto ha infatti permesso a D.Hub di mantenere una alta continuità di servizio, con una disponibilità del 99,99999%. “Praticamente senza interruzione, nemmeno in fase di migrazione. Siamo infatti riusciti a fare la transizione dai vecchi ai nuovi sistemi senza alcun impatto sul servizio, con un downtime inferiore ai cinque minuti per sistema e nessuna interruzione percepita dai clienti”.
Sicurezza e vendor neutrality sono poi altri aspetti che hanno guidato il disegno della nuova infrastruttura, nata per essere aperta e componibile, onde evitare rischi di lock-in tecnologico e per mantenere la flessibilità necessaria per integrare nuove soluzioni in base alle esigenze future. Mentre la protezione dei dati è stata impostata “by design” dall’infrastruttura stessa, la quale integra funzionalità avanzate contro i ransomware, tra cui air gap fisici, backup indipendenti e strumenti di analisi comportamentale basati su AI.
I servizi di Hosteur Sas costruiti sulla piattaforma AI-native di Huawei
L’orientamento nativo verso l’intelligenza artificiale delle infrastrutture Huawei è invece quanto di più è stato considerato nell’evoluzione infrastrutturale di Hosteur Sas, provider francese di servizi cloud e di hosting che propone ad aziende di vari settori quali Healthcare, Giustizia, Government e a realtà del settore Immobiliare.
“Quando Hosteur ha deciso di sviluppare una propria piattaforma AI, lo ha fatto con l’intenzione di rendere accessibili, scalabili e sicuri i modelli AI anche nei settori più complessi e regolamentati, come la Sanità, la PA o la Giustizia – ha spiegato Florent Gentric, CTO dell’azienda salendo sul palco dell’evento Huawei -. Non volevamo limitarci a erogare servizi di cloud gestito, ma costruire una piattaforma che permettesse ai nostri clienti di integrare l’intelligenza artificiale nel loro lavoro quotidiano, migliorando la qualità dei servizi offerti e sempre nel rispetto di contesti normativi molto rigorosi”.

AI Flow è il risultato di questa considerazione: una piattaforma proprietaria progettata per supportare l’intero ciclo di vita dei modelli di machine learning, dalla produzione all’esecuzione su GPU, in ambienti ibridi, modulari e ad alta disponibilità.
“Un progetto per il quale serviva un’infrastruttura che fosse non solo potente, ma anche flessibile, aperta e pronta a evolversi con le esigenze applicative che man mano si prospettano” commenta il CTO, che riprende elencando il mix di tecnologie utilizzate, dove un ruolo particolarmente centrale è stato attribuito agli ambienti di storage Huawei: “Ci serviva una base solida per l’esecuzione di modelli AI su GPU, ma anche un’infrastruttura capace di gestire big data, analisi distribuite e applicazioni verticali in ambiti molto diversi. Equilibrio raggiunto con un’infrastruttura che combina orchestrazione con Kubernetes, processori Nvidia e Amd per il training e l’inferenza dei modelli, e storage OceanStor Pacific di Huawei. Architettura su cui abbiamo appoggiato moduli applicativi specifici per la Sanità digitale, la customer experience, la gestione documentale e amministrativa”.
AI Flow è già utilizzata in ambiti complessi come la Sanità e il Real Estate, dove supporta attività come la diagnosi assistita, l’analisi documentale e l’automazione dei processi, sempre nel rispetto di requisiti di sicurezza e tracciabilità.
«La nostra piattaforma è stata progettata come ambiente aperto e sicuro, ed è disponibile anche per sviluppatori terze parti attraverso API pubbliche e sandbox. Il contributo di Huawei ci ha reso possibile la costruzione di una soluzione flessibile, immediatamente utilizzabile e pronta per un’adozione su larga scala» ha concluso Gentric.









