Hds “modula” lo storage per il midmarket

Il produttore porta funzioni high end alle medie imprese. Con tre array modulari e un sistema di consolidamento.

Prendere le caratteristiche salienti dell’offerta di fascia alta e trasferirle su prodotti meno monolitici e più economici, per poterne allargare il target. Una strategia, questa, non nuova ai produttori di infrastrutture hardware, ma che Hitachi Data Systems ora propone con molta chiarezza di intenti.


I contorni dell’offerta TagmaStore, inaugurata nel settembre del 2004, assumono così una forma decisamente “modulare”, grazie all’annuncio di nuovi prodotti che indirizzano le medie aziende. A loro la società vuole fornire flessibilità, sicurezza, funzioni avanzate per l’integrazione con le applicazioni, semplificazione della gestione e costi inferiori. Il tutto si traduce con l’utilizzo di caratteristiche che vanno dalla virtualizzazione della cache al partizionamento logico, dallo storage a livelli alla replica eterogenea.


Ci si muove all’interno della strategia Application optimized storage, cioè quell’insieme di hardware, software e servizi professionali con cui Hds si presenta concretamente ai clienti. “Strategia che significa cercare di superare i limiti dell’infrastruttura per portare al cliente una piattaforma vicina alle applicazioni e alle sue esigenze – ha spiegato Roberta Pezzo, Field product manager di Hitachi Data Systems Italia -. E i nuovi annunci si collocano molto bene all’interno di questa proposizione, essendo piattaforme con caratteristiche di adeguamento alle necessità applicative”.


Sebbene il target primario sia il midmarket, i nuovi sistemi sono adatti anche per grandi imprese, come storage di secondo e terzo livello, per le sedi periferiche oppure per realizzare siti di distaster recovery a costi più contenuti. La scalabilità è comunque assicurata, non solo a livello di modularità, cioè all’interno dello stesso chassis, ma anche nella direzione dell’aggiornabilità da un modello all’altro.


Tutti disponibili nel corso dell’estate, i nuovi annunci si declinano in tre prodotti TagmaStore modulari, appartenenti alle famiglie Workgroup Modular Storage (modello 100) e Adaptable Modular Storage (modelli 200 e 500), cui si aggiunge il Network Storage Controller 55, improntato anch’esso al concetto di modularità. A completare l’offerta verso l’alto restano i consolidati Thunder 9585V e i TagmaStore Uiversal Storage Platform 100, 600 e 1100.


In comune, i sistemi hanno il medesimo software, che significa stesse Api, stessa interfaccia di gestione e, in generale, stesse funzioni. Tra queste, spicca il Cache Partition Manager, una sorta di virtualizzazione a livello della memoria che ottimizza le prestazioni in base al tipo di applicazione, quindi in base al tipo di I/O, mediante il partizionamento della cache dedicata. Come risultato, l’applicazione finale “vede” più cache di quella che in realtà le è assegnata. Tra le opportunità, il partition manager permette di disattivare il meccanismo di mirroring della cache, per esempio per le applicazioni che necessitano di sola lettura e non di scrittura, come lo streaming.


Per tutti i prodotti, poi, è offerta l’affidabilità del Raid 6, con un meccanismo che velocizza i tempi di ripristino del gruppo di dischi Raid nel caso di subentro di un drive per un guasto. Le opzioni di connessione comprendono, oltre a Fibre Channel, a Ficon e a Escon, il supporto Nas nativo, (sarà disponibile dalla fine dell’anno), con la possibilità di sostituire Fibre channel con Ethernet per l’utilizzo dei sistemi come file server. Arriverà anche quello di Iscsi, probabilmente dall’inizio del 2006.


Ulteriore tratto saliente dell’offerta di Hds è l’ampiezza del supporto di differenti ambienti. “Normalmente i sistemi modulari supportano uno o due sistemi operativi contemporaneamente – ha precisato Pezzo -. Il nostro supporto è praticamente illimitato, tanto che potenzialmente su una porta Fc possono coesistere 128 Os differenti, grazie alla tecnologia di viirtualizzazione delle porte che, anche in questo caso, abbiamo trasportato dall’offerta di fascia alta”.


Tutti i prodotti, infine, sono sin d’ora compatibili con le direttive europee RoHs (Reduction of hazardous substances), che limitano l’utilizzo di sostanze dannose come piombo e mercurio nelle apparecchiature che saranno immesse sul mercato dal 1 luglio 2006.


Il Wms 100 è indicato per utenti dipartimentali come primo utilizzo San, mentre gli Ams sono indirizzati ad aziende più grandi o per applicazioni critiche. Il primo sfrutta drive Serial Ata con una capacità totale di 42 Tb con 105 drive, se si riempiono tutti gli alloggiamenti del rack standard da 42 U. È dotato di una cache di 1 o 2 Gb e offre 4 porte Fc che possono diventare 512 porte virtuali.


Ams 200 e 500 offrono una maggiore quantità di cache (fino a 8 Gb nel caso del 500) e si caratterizzano per il supporto contemporaneo di drive Sata e Fc, con una capacità totale, rispettiva, di 40 e 88 Tb. L’Ams 500 è equipaggiato con 4 porte Fc da 4 Gbit/s con quattro connessioni ciascuna.


Se questi nuovi sistemi San/Nas si possono etichettare sotto il concetto della flessibilità, la caratteristica saliente del Network Storage Controller 55, invece, è la virtualizzazione, ovvero la tecnologia che consente di gestire dispositivi di storage eterogenei come un unico pool. Il sistema, di fatto, incarna il credo di Hds, per cui la “virtualizzazione deve essere fatta all’interno dello storage. Quindi, interna al controller e non veicolata da un’appliance esterna”, come ha spiegato la manager.


Nsc 55 è un dispositivo di consolidamento identico ai prodotti Usp, di cui condivide le certificazioni, ma impacchettato secondo il concetto dei prodotti modulari, in un rack da 42 U. Un package più adatto, anche dal punto di vista dei costi, alle medie imprese, ma che supporta ambienti mainframe e open (con connettività Fc, Escon, Ficon e Nas) con una capacità totale, tra storage interno ed esterno, che arriva a 16 Pb.


È in grado di realizzare fino a 8 partizioni private virtuali, cioè partizioni logiche da dedicare alle singole applicazioni, e dall’offerta Usp eredita la replica eterogenea, tra ambienti di produttori diversi, guidata dallo stesso software di gestione Universal Replicator.

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