Uno degli elementi più vibranti della cultura è l’utilizzo della madrelingua e le antiche tradizioni narrative. Antropologi e linguisti si sono espressi sul ruolo che la lingua gioca nella preservazione della cultura e nel riconoscimento del patrimonio culturale.
Ne parla con convinzione, in un blog post, Ian Pattison, Head of Customer Engineering, Retail, CPG & Travel, UK&I di Google
Purtroppo, sottolinea Pattinson, delle oltre 7.000 lingue parlate nel mondo, quasi 3.000 sono a rischio di estinzione.
In altri termini, nel mondo mediamente muore una lingua ogni due settimane.
Google Arts & Culture, consoluzioni tecnologiche creative e il supporto delle organizzazioni linguistiche, contribuisce alla creazione di uno strumento interattivo ed educativo per promuovere le lingue.
Woolaroo è una piattaforma open-source di foto-traduzione alimentata dal machine learning e dal riconoscimento delle immagini.
Come racconta il manager nel blog post, l’applicazione è stata costruita su Google Cloud per incoraggiare gli utenti a scoprire di più sulle lingue in via di estinzione in tutto il mondo. Gli utenti, scattando una foto di un oggetto, potranno scoprire, tramite l’applicazione, la parola nella lingua selezionata con la relativa pronuncia.
Woolaroo, afferma Pattison, nasce dall’idea che l’apprendimento delle lingue possa essere migliorato attraverso il coinvolgimento e il contesto. Vedere un oggetto nel suo ambiente rende più facile la memorizzazione dell’informazione e il conseguente utilizzo, in modo più naturale, in una conversazione.
Google, Woolaroo già attivo su 10 lingue
Con l’aiuto dei team di Google, Woolaroo è stato lanciato in 10 lingue, tra cui il greco-calabro, il siciliano, il creolo della Louisiana, il maori e lo yiddish. Durante la fase di sviluppo dell’applicazione, i team di Partner Innovation e Google Arts & Culture hanno lanciato un appello a Google per scoprire quali erano lingue meno conosciute parlate dai dipendenti.
Grazie al supporto delle persone madrelingua Google ha creato vocabolari rivisti dalle istituzioni partner per garantire che le traduzioni fossero corrette e coerenti.
Woolaroo utilizza Google Cloud Vision API, che ottiene informazioni dalle immagini attraverso AutoML o modelli pre-addestrati per classificare rapidamente le immagini in milioni di categorie predefinite.
Questo rende l’intelligenza artificiale accessibile e utile a più persone, poiché AutoML automatizza l’addestramento di questi modelli di machine learning.
Conclude Pattison, il team di Google Arts and Culture crea esperienze coinvolgenti per far conoscere l’arte, la storia, la cultura e molto altro ancora.
L’obiettivo è sostenere la conservazione del patrimonio e dei punti di riferimento culturali attraverso l’uso della tecnologia moderna.
Woolaroo è open source, quindi qualsiasi persona e organizzazione può utilizzarlo per supportare una lingua in via di estinzione.