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Google Cloud velocizza le applicazioni Internet con il protocollo HTTP/3

L’opinione di Google Cloud è che, per quel che riguarda le prestazioni delle applicazioni che interagiscono con Internet, HTTP/3, la nuova versione del protocollo Hypertext Transfer Protocol, non sia un passo avanti trascurabile rispetto al precedente HTTP/2.

Il roll-out di HTTP/3 da parte di Google, ha affermato l’azienda, ha ridotto la latenza della ricerca del 2%, ha ridotto i tempi di rebuffer dei video su YouTube del 9% e ha migliorato il throughput sui dispositivi mobili del 7%.

Sulla spinta di questi risultati, la società di Mountain View ha introdotto il supporto per HTTP/3 per tutti i clienti di Google Cloud che utilizzano Cloud CDN e HTTPS Load Balancing.

Con il supporto di HTTP/3, secondo Google saranno visibili miglioramenti reali per lo streaming video, il serving di immagini e la scalabilità delle API dietro l’infrastruttura globale di Google Cloud, il tutto senza dover cambiare le applicazioni.

Google Cloud

HTTP/3 è un protocollo Internet di prossima generazione ed è costruito su QUIC, un protocollo sviluppato da Google e sottoposto all’IETF, l’organizzazione internazionale che sviluppa e promuove gli standard Internet.

Insieme, HTTP/3 e QUIC affrontano le sfide precedenti emerse con HTTP/2 per quanto riguarda l’head-of-line-blocking, la sicurezza (TLS 1.3 è fondante per QUIC) e l’affidabilità delle connessioni.

L’originale Google QUIC (che la società di Mountain View chiama ‘gQUIC’) sarà gradualmente eliminato alla fine del 2021, poiché il numero di client IETF QUIC sta rapidamente superando quelli che supportano gQUIC.

Gogole Cloud mette inoltre in evidenza che gli utenti finali possano beneficiare di HTTP/3 già oggi. Le ultime versioni di Mozilla Firefox, Google Chrome e iOS Safari di Apple supportano tutti HTTP/3 o prevedono di abilitarlo di default nei prossimi mesi, così come librerie popolari come Cronet e libcurl.

Per utilizzare HTTP/3 per le proprie applicazioni, i clienti di Google Cloud possono abilitarlo sui Load Balancer HTTPS esterni tramite la Cloud Console o il gcloud SDK in modo facile.

I client che non supportano ancora HTTP/3, come i vecchi browser o le librerie di rete più vecchie, non saranno influenzati negativamente, ha inoltre sottolineato Google Cloud. HTTP/3 utilizza l’header HTTP Alt-Svc per consentire ai client di fare l’”opt in” se supportano il protocollo. Quei client continueranno quindi a negoziare HTTP/2 o HTTP/1.1 come protocollo idoneo.

Nelle prossime settimane, Google Cloud porterà HTTP/3 a più utenti, quando sarà abilitato di default per tutti i clienti Cloud CDN e HTTPS Load Balancing.

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