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Google Cloud Anthos: come integrare macchine virtuali, container e multicloud

Anthos, la piattaforma basata su open source di Google Cloud per implementazioni ibride e mutlicloud, è stata lanciata nel 2018 e in questi anni ha avuto un’accoglienza positiva da parte di clienti e partner.

Nel Q2 2021 – ha fatto sapere Google Cloud – il computing Anthos gestito è cresciuto di oltre il 500% rispetto all’anno precedente.

Anthos aiuta a unificare la gestione dell’infrastruttura e delle applicazioni tra on-premise, edge e più cloud pubblici, oltre a garantire un funzionamento coerente su scala.

Basato su Google Kubernetes Engine (GKE), Anthos è stato originariamente progettato per eseguire applicazioni in container.

Per aiutare le imprese a fare questa transizione, Google Cloud ha automatizzato il processo per migrare e modernizzare le applicazioni esistenti utilizzando Migrate for Anthos and GKE da vari ambienti di macchine virtuali (VM) ai container.

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Tuttavia – ha sottolineato la società di Mountain View –, mentre molti clienti hanno compiuto il passaggio alla containerizzazione, alcuni non sono ancora pronti a spostarsi completamente dalle virtual machine.

Tali clienti desiderano una piattaforma di sviluppo unificata in cui gli sviluppatori possano costruire, modificare e distribuire applicazioni che risiedono sia in container che in VM in un ambiente comune e condiviso.

Ed è proprio dedicata a loro una interessante novità che arriva da Google Cloud Next ’21.

In occasione dell’evento virtuale, Google Cloud ha infatti annunciato Anthos for Virtual Machines.

Attualmente in preview, Anthos for Virtual Machines permette alle aziende di standardizzarsi su Kubernetes pur continuando ad eseguire alcuni carichi di lavoro – che non possono essere facilmente containerizzati – nelle macchine virtuali.

Nella vision di Google Cloud, Anthos for Virtual Machines aiuterà gli sviluppatori della piattaforma a standardizzare un modello operativo, un processo e degli strumenti. Abiliterà in questo modo le attività di modernizzazione incrementale e supporterà carichi di lavoro tradizionali come le Virtual Network Function (VNF) o i workload monolitici statici.

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È possibile sfruttare Anthos for VM in due modi: collegando le VM vSphere o spostando le VM così come sono.

Per i clienti con ambienti VMware attivi, il control plane Anthos può ora connettersi al proprio ambiente vSphere e collegare le VM vSphere, consentendo di applicare sicurezza e policy coerenti tra i cluster, ottenere visibilità sullo stato e sulle prestazioni dei servizi e gestire il traffico sia per le VM che per i container.

In alternativa, Anthos for VM permette di trasferire le VM così come sono su Anthos con KubeVirt, un’API di virtualizzazione open source per Kubernetes.

Ora è possibile costruire, modificare e distribuire applicazioni che risiedono sia in container che in VM su un ambiente Anthos comune e condiviso.

Secondo Google Cloud, si tratta di una opzione molto utile per le organizzazioni che preferiscono utilizzare la virtualizzazione open source, in quanto quelle stesse organizzazioni spesso preferiscono eseguire Anthos su bare metal.

Per aiutare le aziende a fare i primi passi, Google Cloud fornisce anche uno strumento di valutazione per identificare l’approccio da adottare.

Inoltre, Google Cloud sta rendendo più facile la gestione dei carichi di lavoro containerizzati già in esecuzione in altri cloud attraverso Anthos.

Se da un lato è già possibile eseguire i container in AWS e Azure da Anthos, la nuova API Anthos Multi-Cloud consente di fare un ulteriore passo avanti.

Questa nuova API, che sarà generalmente disponibile entro la fine del 2021, consente di effettuare il provisioning e gestire i cluster GKE in esecuzione su infrastrutture AWS o Azure direttamente dall’interfaccia a riga di comando o dalla Google Cloud Console, il tutto gestito da un control plane centrale.

Questa funzione offre un’unica API per gestire tutti i propri deployment di container, indipendentemente dal cloud pubblico principale che si sta usando. Ciò aiuta a ridurre il tempo trascorso spostandosi tra le interfacce utente per compiere le attività di gestione quotidiana come la creazione, la gestione e l’aggiornamento dei cluster.

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E non è finita qui. Nel corso dell’ultimo anno, Google Cloud ha portato alcune delle innovazioni originariamente sviluppate per i casi d’uso ibridi e multicloud in Anthos, nuovamente in GKE in esecuzione su Google Cloud.

In particolare, Anthos Config Management e Anthos Service Mesh sono ora generalmente disponibili per GKE come servizi autonomi con prezzi pay-as-you-go.

I clienti di GKE possono ora utilizzare Anthos Config Management per sfruttare la configurazione e l’automazione delle policy ad un basso costo incrementale per cluster, e usare Anthos Service Mesh per abilitare la sicurezza e il networking di livello superiore sui microservizi basati su container.

Infine, Google Cloud ha annunciato che ora Anthos Service Mesh supporta mesh ibridi. Ciò offre la flessibilità di avere un mesh comune che abbraccia sia il proprio Google Cloud che le implementazioni on-premise.

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