Google & C. alle prese con i clic fasulli

Un report evidenzia il problema che cresce del 6% rispetto allo scorso anno. Le contromisure

I click fasulli sono uno dei problemi più grossi dei motori di ricerca. Oltre
che affinare le tecniche per rispondere in modo sempre più preciso alle
richieste degli utenti, Google, Yahoo e Msn devono fare fronte ai click
fasulli
che minano la credibilità dell’advertising sui search engine.
Il problema è tornato d’attualità con lo “State of Search Engine Marketing” il report del Sempo (Search engine marketing
professional organization) secondo il quale il 16% degli advertiser è
convinto di essere vittima di click fraudolenti
.
Il dato evidenzia una crescita del 6% rispetto allo scorso anno.
Nonostante questo il 23% degli inserzionisti e il
33% dei search engine marketer lo considerano un problema tutto sommato sotto
controllo e per il 15% degli advertisers e il 18% delle agenzie si tratta di un
problema marginale. D’altronde, sostiene qualcuno, anche anche nell’email
marketing si paga per utenti che non leggono la newsletter.




Si tratterebbe insomma di una piccola
disfunzione

insita nel meccanismo della pubblicità sui motori che secondo alcuni analisti si può quantificare in un miliardo di dollari l’anno persi almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti.

D’altronde publisher, affiliati e aziende concorrenti,
indicati come i principali colpevoli dei click fasulli per portarsi a casa un
po’ di soldi o farne spendere di più ai competitor hanno ora a disposizione
software che provocano migliaia di clic completamente falsi.
Per quaranta dollari su Internet si può trovare un comodo simulatore di traffico
che evita di consumarsi i polpastrelli sul mouse.





Ovviamente Google e gli altri hanno preso le loro
contromisure anche perché è capitato che il principe dei motori di ricerca si
vedesse abbassare il rating da S&P anche a causa dei rischi che potevano
arrivare dai clic falsi. A colpi di software Google cerca di censire i movimenti
sospetti che non vengono così addebitati agli investitori. E in caso di
lamentela si attiva anche uno special team che verifica se dietro un clic c’è
una persona o un software.

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