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GDPR, l’Europa apre la porta al Giappone

A seguito della conclusione dei colloqui tra l’UE e il Giappone in materia di protezione dei dati personali tenutisi a luglio, la Commissione europea ha avviato oggi la procedura per l’adozione della sua decisione in materia di adeguatezza in relazione allo scambio di flussi di dati.

Per la Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, Věra Jourová, si sta creando il più grande spazio di circolazione sicura di dati al mondo: “I dati personali potranno viaggiare in modo sicuro tra l’UE e il Giappone a vantaggio tanto dei nostri cittadini che delle nostre economie. Il nostro partenariato promuoverà norme globali in materia di protezione dei dati e costituirà un esempio per i partenariati futuri in questo settore fondamentale“.

Le due parti hanno avviato le procedure interne per l’adozione finale della decisione reciproca di adeguatezza. Per l’Unione europea, queste prevedono l’ottenimento del parere del comitato europeo per la protezione dei dati e il via libera di un comitato composto di rappresentanti degli Stati membri dell’UE. Una volta terminata la procedura, la Commissione adotterà la decisione di adeguatezza sul Giappone.

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo n.101 del 10 agosto 2018 con cui il Consiglio dei ministri ha adeguato adeguare la normativa nazionale al Regolamento generale in materia di protezione dei dati (Gdpr), in vigore dal 25 maggio scorso. Il provvedimento legislativo entrerà in vigore in Italia il 19 settembre.

Il trattamento dei dati personali nell’UE si basa sul regolamento generale sulla protezione dei dati, (GDPR), che prevede vari strumenti per il trasferimento dei dati personali verso paesi terzi, tra cui appunto le decisioni di adeguatezza.

Cosa farà il Giappone

Per garantire un livello di protezione essenzialmente equivalente alle norme europee, il Giappone si è impegnato a mettere in atto alcune garanzie supplementari a protezione dei dati personali trasferiti in Giappone: norme che forniscono alle persone nell’UE i cui dati personali sono trasferiti in Giappone garanzie supplementari che elimineranno numerose differenze tra i due sistemi di protezione dei dati. Queste garanzie supplementari rafforzeranno la protezione dei dati sensibili, le condizioni alle quali i dati dell’UE possono essere successivamente trasferiti dal Giappone verso un altro paese terzo e l’esercizio dei diritti individuali di accesso e di rettifica. Queste norme saranno vincolanti per le imprese giapponesi che importano dati dall’UE e potranno essere fatte valere dall’autorità giapponese indipendente per la protezione dei dati e dalle autorità giurisdizionali giapponesi.

Il governo giapponese ha anche fornito alla Commissione europea rassicurazioni sulle garanzie relative all’accesso da parte delle autorità pubbliche giapponesi a fini di contrasto e sicurezza nazionale, garantendo che qualsiasi utilizzo dei dati personali a tali fini dovrà limitarsi a quanto necessario e proporzionato e sarà soggetto ad un controllo indipendente.

Si creerà anche un meccanismo di gestione dei reclami per l’esame e la risoluzione dei reclami inoltrati dai cittadini europei riguardo all’accesso ai loro dati da parte delle autorità pubbliche giapponesi. Questo meccanismo sarà gestito e controllato dall’autorità giapponese indipendente per la protezione dei dati.

I cittadini europei i cui dati personali saranno trasferiti in Giappone beneficeranno di una protezione dei dati forte, in linea con le norme dell’UE.

Cosa cambia per le imprese

L’accordo andrà a integrare l’accordo di partenariato economico UE-Giappone in quanto le imprese europee potranno beneficiare del libero flusso di dati con il paese partner commerciale fondamentale, e dell’accesso privilegiato ai 127 milioni di consumatori giapponesi.

Il progetto di decisione di adeguatezza sarà ora sottoposto a parere del comitato europeo per la protezione dei dati, alla consultazione di un comitato composto da rappresentanti degli Stati membri (procedura di comitato), all’aggiornamento della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo e infine all’adozione della decisione di adeguatezza da parte del collegio dei Commissari.

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