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Free Flow of Data, libera circolazione dei dati: in Europa si preme per il sì

La firma finora l’ha apposta circa metà degli Stati membri dell’Unione Europea, anche se la peoposta fa parte di quel blocco di 16 azioni che già un anno fa il presidente della Commissione Jean Claude Juncker aveva presentato come indispensabili per la creazione di un mercato unico digitale europeo.
In questo caso parliamo di dati e della necessità di rimuovere le barriere che tuttora sussistono alla libera circolazione dei dati all’interno e all’esterno dei 28 Paesi.
È una condizione indispensabile, hanno scritto in una lettera alla Commissione Europea e all’Olanda, cui sono in carico i sei mesi di reggenza, i ministri di Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Gran Bretagna, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia e Svezia, perché l’Europa possa beneficiare in pieno delle nuove tecnologie data driven.

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La libera circolazione dei dati è condizione indispensabile

I regolamenti, hanno scritto a margine di un workshop dedicato proprio al “free flow of data” che si è svolto lo scorso 18 maggio e rivedibile in streaming a questo indirizzo, non devono essere una barriera ed è vitale che vi sia un approccio positivo nei confronti delle tecnologie digitali e dei nuovi modelli di business.
Il problema, alla base di questa richiesta, è che i regolamenti finora emersi tendono a gestire secondo la stessa modalità tutte le realtà che operano online, senza distinzione tra tipologia di operatori e, soprattutto, senza entrare nel merito né di problematiche attengono all’ambito del servizio d’autore, né ai termini di servizio, tanto per fare un esempio, dei sistemi operativi mobile.
Per altro, se pure l’Europa ha rispedito al mittente le obiezioni di protezionismo sollevate dagli Stati Uniti, è pur vero che dopo i recenti casi di spionaggio c’è stato un certo irrigidimento nei confronti del “traffico” di dati tra il Vecchio e il Nuovo Continente.

Evitare le enclave nazionali

Qualche preoccupazione già serpeggia in seno alla stessa Commissione, che già qualche settimana fa aveva sottolineato come sia estremamente importante consentire la libera circolazione di dati attraverso l’Europa, evitando la tentazione, che già serpeggia in alcuni tra gli Stati membri, in particolare in Francia e in Germania, di localizzare i dati ciascuno all’interno dei propri confini.
Sarebbe come portare il percorso di digitalizzazione su un binario morto.
Per questo, ci si aspetta che la nuova legge sulla libera circolazione dei dati venga presentata a breve, entro i prossimi mesi.

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