Facebook: 10,6 miliardi di Ipo e la fiducia a Zuckerberg

In attesa del varo del roadshow si affinano i dettagli sulla Ipo. Cruciale la capacità di Zuckerberg di conquistare la fiducia degli investitori.

Facebook alza il tiro e, secondo quanto riportato fin da ieri sera dalle agenzie e dalle società di analisi americane, si aspetta di raccogliere qualcosa come 10,6 miliardi di dollari nella più grande Ipo della Silicon Valey.
Un obiettivo che, se raggiunto, ne collocherebbe la valutazione vicina a quella di Amazon.

L’offerta iniziale collocherebbe il valore delle azioni della società tra i 28 e i 35 dollari l’una, equivalenti a una valutazione compresa tra i 77 e i 96 miliardi di dollari.

Qualche analista comincia a osservare che non si è mai vista finora una Ipo di questa portata, mentre le forchette previsionali si fanno più accurate: nelle previsioni di Facebook la raccolta massima potrebbe attestarsi sui 12,6 miliardi di dollari.
In ogni caso, anche rimanendo sulla stima dei 10,6 miliardi di dollari, va precisato che di questi solo la metà andrebbe nelle mani di Facebook, mentre i restanti 4,9 miliardi sarebbero destinati ad azionisti esistenti.
Il controllo della società, cosa più volte ribadita in questi ultimi mesi, resterebbe in ogni caso nelle mani del suo fondatore Mark Zuckerberg.

Lunedì, come anticipato nei giorni scorsi, dovrebbe prendere il via di roadshow di presentazione della Ipo, al quale dovrebbe prendere parte il top management della società, oltre al ceo Zuckerberg.
E proprio la presenza di Zuckerberg, che recentemente avrebbe disertato un incontro con gli analisti, viene considerata cruciale per l’esito del roadshow, che dopo New York toccherà Chicago, Boston e altre importanti città degli Stati Uniti, per terminare a Menlo Park, in California, sede della società.
A Zuckerberg è richiesta infatti la capacità di convincere gli analisti della capacità di Facebook di sviluppare strategie di lungo termine redditizie.
Non solo.
Considerato propio il fatto che il controllo dell’azienda resterà nelle sue mani, il Ceo ventisettenne dovrà conquistarsi la fiducia degli investitori sulla capacità di assolvere il suo mandato.

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