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Estonia: come si costruisce un Paese digitale

Federico Plantera è un italiano che lavora in Estonia, dove collabora con il governo, e dicendo “che non vuole fare la lezioncina”, di fatto ammutolisce la platea che assiste alla presentazione della Milano Design week spiegando cosa vuole dire vivere in uno Stato digitale. Dall’altra parte del tavolo c’è il responsabile dell’agenda digitale italiana Diego Piacentini, che ascolta.

L’Estonia parte nel 1991

Estonia
Federico Plantera

Plantera parla per venti minuti circa e racconta una storia che parte da lontano da un Paese di cui abbiamo iniziato a sentire parlare dopo il dissolvimento dell’Impero sovietico.

La storia parte nel 1991 con l’indipendenza quando questo Paese di 1,3 milioni di abitanti e una superificie superiore a quella della Svizzera si trova libero ma con vicini come la Finlandia e soprattutto un altro un po’ più scomodo come la Russia.

Decide di puntare sul capitale umano e l’informatizzazione, una scelta mai rinnegata nonostante l’alternarsi di governi e partiti al potere. “Un processo – racconta Plantera – reso possibile anche dalla collaborazione fra pubblico e privato che ha permesso alle società private estoni di realizzare soluzioni per facilitare la vita di cittadini e residenti”.

Gli skill in Estonia sono molto alti e l’Ict vale il 7% del Pil. La sfida è stata di portare servizi ai cittadini senza aprire uffici del governo anche in zone remote”. I servizi sono arrivati sui pc degli utenti grazie alla costruzione di una infrastruttura che oggi copre il 97-98% del territorio. E Internet è menzionata nel preambolo della cositutuzione e considerata un diritto umano e sociale.

La Carta di identità elettronica come chiave d’accesso

Internet per tutti è il primo pilastro. La chiave d’accesso è la carta d’identità elettronica, Cie, “a cui tutto fa capo”. La Cie possiede due codici di accesso per lo state portal e la firma digitale “con pieno valore legale. Dal 2001 la puoi usare per firmare qualsiasi documento e validare qualsiasi tipo di app dove c’è interazione con Pa”. Il numero di firme digitali utilizzate dal 2001 a oggi è di 350 milioni, un dato più alto di tutte le firme digitali scambiate nella Ue. L’uso intensivo della firma digitale fa risparmiare due punti percentuali di Pil ogni anno. “Gli estoni si fidano del sistema e ne capiscono i vantaggi”. Il 99% delle cose che puoi fare in Estonia con la Pa sono online. “Per scelta sono solo tre le cose che richiedono una presenza fisica: sposarsi, divorziare e comprare o vendere casa”.

Once only: i dati una volta sola

Estonia Uno dei concetti di base è il Once only. Ogni volta che interagisci con la Pa i tuoi dati vengono chiesti una sola volta. “Prendiamo l’esempio del cambio di residenza – racconta Plantera -. I dati sono nel database dell’anagrafe. Se un altro ufficio collegato al sistema di interoperabilità ha bisogno di questa informazione non la chiederà a me, non compilerò nessun modulo, ma crea una connessione sicura con il db che possiede l’informazione e se la prende. In questo modo non ci sono copie di dati nei vari db e quando il dato deve essere aggiornato viene aggiornato solo in quel db senza copie”.

In più i cittadini sono sempre in grado di sapere come i loro dati vengono utilizzati. “Puoi sapere chi ha chiesto i tuoi dati chi ha provato ad accedere conoscendo anche l’identification number della persona che se non ha il permesso non può accedere”. Se l’accesso non ti quadra puoi aprire un enquiry ed entro 24 ore ti spiegheranno chi e perché ha avuto acesso ai dati. “I cittadini sono sempre proprietari e gestori dei dati”.

X road, l’interoperabilità

Trasparenza, interoperabilità e accesso semplice con la Cie sono i cardini del sistema. La Cie però non è unico modo per accedere ai dati e neanche l’unico tipo di identità digitale. C’è anche il Mobile Id per accedere a dati e servizi con il cellulare, perché la Sim card è collegata al certificato d’identità della Cie e a quello che risiede nel db. Smart Id invece serve per dispositivi tipo smart watch senza Sim card. Il cuore del sistema non è un unico database, ma tanti db interoperabili.

Si tratta di un sistema distribuito dove ogni ogni dipartimento o ministero ha i propri dati e li gestisce. L’interoperabilità è garantita da X road, l’autostrada più trafficata dell’Estonia che permette i collegamenti”: I database collegati a X road sono oltre novecento. “Grazie a una one time connection prelevi i dati se hai il permesso dall’altro database. Si tratta di una connessione protetta e crittografata tramite blockchain che funziona in modo simile alla blockchain classica”.

Sono circa 500 milioni gli scambi di dati su X road, un sistema che utilizza anche la Finlandia perché i due stati scambiano dati tra loro allo stesso modo in cui sono scambiati all’interno dell’Estonia. Vale per loro due ma se avvenisse anche a livello europeo non sarebbe male.

Ksi blockchain per la sicurezza

C’è poi il tema dell’integrità dei dati, la cybersecurity. Nell’aprile 2007 l’Estonia ha subito un pesante cyberattacco, una sorta di prova generale di una cyberguerra. E in molti hanno guardato verso la Russia. Era un Ddos che ha rallentato un po’ di servizi ma senza data breach. Ma il governo ha deciso da allora di cautelarsi.

Una società locale, tutte le soluzioni adottate nel Paese sono realizzate da società estoni, ha implementato una Ksi blockchain in modo da garantire un sicuro scambio di dati con la crittografia che utilizza codici che variano ogni secondo. Plantera dice che neanche con il quantum computing si riuscirebbe a decifrare questi codici. La soluzione permette anche di capire da dove arriva l’attacco.

Aziende e sanità

In tutto questo non ci si è dimenticati di creare un ambiente confortevole per lo sviluppo del settore privato. In Estonia c’è il più alto numero di startup della Ue, ci vogliono 18 minuti per aprire una società e renderla operativa e le tasse si pagano in quattro minuti. “Ma questo non è un punto di arrivo perché la tecnologia cambia e si può sempre innovare”.

L’obiettivo è la completa automatizzazione dei servizi di tax&reporting entro il 2020 secondo il concetto che i dati sono nei db e non bisogna interagire con l’utente. Per quanto riguarda la Sanità i dati del ministero della Salute sono in digitale dal 2008. “Così c’è stata la diminuzione di un terzo delle code negli ospedali e farmacie perché sono tuti collegati con X road”.

Le ricette sono elettroniche. Vai dal dottore, lui compila la ricetta passi in farmacia consegni la Cie e ti danno le medicine. Due settimane fa ci sono state le elezioni amministrative, il 32% dei voti sono arrivati dalla piattaforma elettronica. Però anche in Lombardia c’è il voto elettronico. Con venti ore per avere i risultati definitivi.

 

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