Ennesima ristrutturazione per Nec, alla luce di risultati modesti

Il gigante tecnologico giapponese Nec ha avviato un nuovo processo di riorganizzazione, per proporsi al mercato come fornitore di hardware, software e servizi per Internet. Conseguenza primaria di quest’opera, sarà la dissoluzione della division …

Il gigante tecnologico giapponese Nec ha avviato un nuovo processo di
riorganizzazione, per proporsi al mercato come fornitore di hardware,
software e servizi per Internet. Conseguenza primaria di quest’opera, sarà
la dissoluzione della divisione home electronics, che sarà in parte
riassorbita in altri settori aziendali. L’annuncio arriva a seguito di
prestazioni finanziarie in continuo declino e sette mesi dopo la decisione
di tagliare 15mila persone dall’organico.
Ora il costruttore nipponico sarà strutturato in tre divisioni principali,
tutte orientate a Internet. Nec Solutions, in particolare, ospiterà il
business hardware e si rivolgerà a grandi aziende, pubbliche
amministrazioni e utenti individuali. Nec Networks, invece, si occuperà
degli strumenti di comunicazione e dei servizi per gli operatori di rete.
Infine, Nec Electron Devices seguirà il business dei semiconduttori. In
termini di peso economico, le percentuali delle tre entità saranno
rispettivamente del 47, 32 e 21%. La prima divisione potrà contare su uno
staff di 50mila persone, mentre alle altre due saranno assegnate 40milma
persone.
Si tratta di una riorganizzazione che va in direzione della
decentralizzazione, visto che ognuna delle tre unità avrà un ampio poter
e
sulla gestione delle risorse umane e di capitale. Allo stesso tempo,
l’organico del quartier generale sarà ridotto da 2.200 a 300 persone, ma
solo una parte di esse sarà rilocalizzato nelle divisioni.
Nec ha rivisto anche le previsioni di chiusura per l’anno fiscale 2000, che
ora vedono un profitto di 10 miliardi di yen (30 prima delle tasse), su un
fatturato di 5mila miliardi di yen. Sensibile, rispetto alla stima
precedente, è soprattutto la revisione che riguarda gli utili, scesi da 20
miliardi. La società ha attribuito il ribasso alle scarse vendite di chip
di memoria e a un debole mercato internazionale per i dispositivi di
comunicazione. Un certo riapprezzamento dello yen ha contribuito alle
difficoltà.

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