Eito: crescita sì, ma con giudizio

L’osservatorio, presentato oggi a Bruxelles, evidenzia un mercato pronto alla ripresa ma ancora molto cauto

25 febbraio 2003 Siamo sempre nei mezzi toni. E anche
l’osservatorio Eito  (European Information Technology
Observatory)
non si smentisce: un po’ di ottimismo, subito stemperato
da un necessario ritorno al realismo.
Secondo quanto diffuso oggi a
Bruxelles, il mercato Ict si sarebbe ormai lasciato alle
spalle  l’horribilis 2001/2002 e sarebbe pronto alla ripresa.
Tuttavia, e questa è la prima smorzatura ai toni ottimistici, la crescita 
per l’anno in corso non riuscirà a raggiungere i livelli previsti dagli
operatori del settore.
Secondo la ricerca, una certa dose di ottimismo è
giustificata, da un lato grazie alle prospettive aperte nell’area
della connettività, dall’altro perchè diventa necessario per le piccole e medie
imprese superare il gap e il ritrado accumulati in questo periodo di
stagnazione.
Per il 2003 Eito parla di crescite modeste – 1,3% per
l’information technology e 3,8% per le Tlc
– ma comunque migliorative
rispetto al -1,5% e al +2% registrati nel corso del 2002.
Ancora
negativo l’hardware, per il quale è previsto un calo dell’1,6%,
lievissima la crescita degli apparati di telecomunicazione (+0,5%), più
sostanziali i miglioramenti per software e  servizi (+2,6%) nonché per
i servizi Tlc (+4,5%).
Tutto questo, va detto, vale per l’intera Europa.
Analizzando invece il mercato It per singole geografie, la Germania
continuerà il suo periodo buio, mentre Francia, Italia, Regno Unito e
Spagna dovrebbero registrare crescite comprese tra il 2,5 e il 2,8%.

La crescita del 3,8% nell’area delle telecomunicazioni si ripartirà
con incrementi del 2,7% per l’Italia e del 4,6% del Regno Unito, grazie
soprattutto allo sviluppo delle reti wireless in aziende al di
sopra dei 20 dipendenti e in settori come sanità e il commercio.
Necesse est,
dicevano i latini. E dunque anche il mercato della sicurezza
dovrebbe registrare incrementi superiori alla media, con una spesa addirittura
raddoppiata nel giro di  tre o quattro anni, fino a sfiorare i 20
miliardi di Euro.

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