Editoria, Orizzonti dell’Europa creativa

Più Libri Più liberi cerca strumenti negli imminenti bandi europei, rammentando che l’e-commerce cresce impetuoso e mettendo alla berlina i limiti del sistema di finanziamento nazionale.

Il deciso cambiamento di rotta operato dalla Commissione europea a riguardo dell’erogazione di fondi si materializzerà a partire dal 2014. La scelta è ora di premiare operazioni più concrete a favore della diffusione transnazionale della cultura europea e di rivolgersi anche a piccole e medie aziende, come ha dichiarato Piero Attanasio, Responsabile progetti internazionali Aie, nel workshop C’è un bando per te a Bruxelles.

Due i bandi di rilievo descritti, Europa Creativa e ovviamente Horizon 2020, che verranno pubblicati nei prossimi giorni con probabile scadenza nel mese di aprile e dintorni. Nel primo caso ricadono progetti di piccola dimensione, anche 70 mila euro; nel secondo operazioni di respiro più ampio (0,5-1 milione di euro) ma senza raggiungere le enormi dimensioni dei finanziamenti precedenti, che – diciamolo – sono stati mediamente molto poco produttivi.

Molte le possibilità per gli editori cartacei ma soprattutto per gli operatori digitali, in generale piccole e medie aziende ben collegate internazionalmente anche con Paesi dell’Est e con organismi universitari.

Grande attenzione ha dedicato l’Aie agli editori cartacei, con informazioni però fortemente collegate alla promozione digitale: i metadati, anche quelli relativi al cartaceo, vanno inseriti correttamente e dettagliati nel formato standard Onix (Simonetta Pillon di Informazioni Editoriali) anche e soprattutto visto che l’acquisto on-line del cartaceo si sta alzando ed è passato in trenta mesi dal 5 al 12,2% (Barbara Riatti di Gfk).
L’e-commerce in Italia ha ancora grandissimi margini di crescita sia nella percentuale di persone connesse che nell’uso dello strumento, è anticiclico (vende a ottobre, gennaio, maggio e luglio) ed offre la massima varietà di titoli (290k contro i circa 200k delle catene e delle librerie indipendenti), risultando quindi il più adatto ai piccoli editori.

Rientrando nei confini nazionali, complessivamente deludente è invece stato il workshop Dateci credito!, a cura di Aie con la collaborazione del Fondo Garanzia Mise e BCC Federcassa.

La situazione del settore è piuttosto compromessa, vista l’assenza di dati specifici sui prestiti all’editoria (nascosti in più ampie categorie), l’incapacità dei piccoli editori di fare lobby e l’elevato livello delle sofferenze relative (qui i dati ci sono). E l’avvento di Basilea 3 ha ulteriormente peggiorato le cose.

Servirebbero soluzioni, ma non ce ne sono. Gianluca Belardi del Fondo di Garanzia e Alessandro Messina della Bcc hanno presentato un quadro vecchio stampo, esponendo i motivi per i quali l’editoria non viene finanziata. Sarebbe invece stato lecito attendersi consigli o buone pratiche per ottenere qualcosa come settore, al di là di eventuali disponibilità generiche verso il singolo, anche queste di vecchio stampo.

Vittorio Anastasia, responsabile delle problematiche legate al credito nel consiglio Aie piccoli editori, ha evocato alcune recenti suggestioni tra le quali il crowdfunding, senza però trovare risposte dai suoi interlocutori. Di digitale non c’è parlato per nulla, mentre dalla platea chi chiedeva di start-up s’è sentito rispondere che il Fondo Garanzia è lì per questo, anche se negli ultimi 12 mesi non ha raggiunto i 60 finanziamenti complessivi (start-up o aziende consolidate) su oltre 8 mila richieste presentate.

Di più alto livello l’analisi della situazione proposta in Prezzi digitali, istruzioni per l’uso. L’azienda di consulenza Simon Kucher e Partners ha sviluppato una metodologia per ottenere il massimo dalle vendite, concludendo che a parità di contenuti il digitale deve proporre uno sconto del 30-35% rispetto al cartaceo e che in molti casi (riviste, formazione) il lettore paga volentieri un extra per contenuti aggiuntivi. Ovviamente l’adozione d’una metodologia specifica pone questo approccio nella classe alta dell’editoria, fuori dagli orizzonti d’un piccolo editore.

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