Ebay, il racconto di chi ce l’ha fatta

Paolo Cabassi in rete vende oggetti d’arte e ha chiuso il suo negozio fisico per tenere aperto solo quello virtuale

All’inizio c’era cascato anche lui. Un bel sito da duecento milioni per poi
scoprire che sul Web non ci sono rendite di posizione. I
clienti per arrivare sulle tue vetrine devono conoscere l’indirizzo. Se no di
visitatori neanche l’ombra. Anche perché di soldi per promuoverlo non ne aveva
più. Li aveva spesi tutti nella realizzazione del suo bellissimo negozio sul
Web. Allora, visto che lui a Internet ci credeva ancora, ha
provato su eBay tentando di vendere su Internet quello che in in Italia non
lo vendi manco se lo regali. Degli stampi in gesso, per esempio, che hanno
preso in fretta la strada per Miami. Perché Paolo Cabassi vende oggetti d’arte e
modernariato, un tipo di prodotti che sembrano fatti apposta per la
rete
. La sua clientela potenziale (ma anche reale) infatti è sparsa in
tutto il mondo.


Con il vantaggio che in alcuni Paesi vendi ciò che gli altri
non acquisterebbero mai. Come gli stampi in gesso. Il successo è stato tale che
1380, questo il nome della sua società, ha chiuso il negozio fisico per
vendere solo on line
. Il negozio l’ha aperto solo su eBay e oggi
fattura 450.000 euro l’anno. Merito di un prodotto particolarmente adatto alla
vendita in rete e di un utilizzo intelligente della piattaforma. La ricetta di
Cabassi prevede una vetrina fatta di oggetti particolari che riescano a
incuriosire e “scegliere il mercato nazionale migliore per ciascun prodotto.
In Francia si venderanno bene oggetti liberty, mentre in Germania amano le forme
più squadrate”
. Limitarsi a vendere solo sull’eBay
nazionale
(www.ebay.it in questo caso) può non essere sufficiente. E le
spese di pubblicità? Nulla. Perché è eBay a occuparsi di pubblicizzare il
proprio marchio. In più chi ha aperto un negozio viene indicizzato dai motori di
ricerca che indicheranno il sito quando gli utenti effettueranno delle ricerche
con le parole chiave.

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