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Eaton: sarà la formazione sul digitale a fare la differenza

L’intervista a Massimo Bartolotta, di Eaton Italia

A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Eaton Italia ci ha risposto il Segment Marketing Manager Machinery OEM, Massimo Bartolotta.

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

L’innovazione digitale rappresenta uno dei pilastri su cui si fonda il PNRR che, in particolare con il piano Transizione 4.0, ha portato una maggiore consapevolezza tra le imprese italiane dei benefici dell’applicazione di tecnologie avanzate ai propri processi produttivi, democratizzandone al contempo l’accesso – permettendo cioè anche alle imprese più piccole di far leva sulle stesse soluzioni utilizzate dai maggiori player del settore per rivoluzionare le proprie attività e cogliere nuove opportunità di crescita.

Le soluzioni di Eaton si inseriscono perfettamente nell’ambito di questi percorsi di digitalizzazione, permettendo alle aziende di cogliere appieno gli incentivi per l’Industria 4.0 e di recuperare una parte significativa degli investimenti in nuove tecnologie avvantaggiandosi dell’iper-ammortamento previsto dal Governo.

Gli elementi essenziali per il futuro dell’Industria 4.0 sono già ampiamente disponibili, come nel caso del digital twin, dei cobot e delle linee produttive digitalizzate che possono essere monitorate, gestite e ottimizzate da remoto. Di conseguenza, ci aspettiamo che, nel corso del prossimo anno, il focus principale sarà dedicato a un miglior utilizzo delle tecnologie esistenti, puntando su una maggiore comprensione, sull’incremento delle competenze e su un’implementazione più efficace e performante.

La prossima evoluzione dell’Industria 4.0 vedrà, inoltre, le aziende affrontare due temi cruciali: da un lato, la nuova consapevolezza – nata in seguito allo scoppio dell’emergenza pandemica – dei rischi della delocalizzazione e dell’importanza di una nuova valutazione dei costi e dei benefici di una simile strategia; dall’altro, la necessità di rivedere i processi di approvvigionamento dell’energia, in risposta alla crisi climatica, e di convertire le linee di produzione per prepararle a ricevere la corrente continua (anziché alternata) generata dalle soluzioni per la produzione in loco di energia rinnovabile.

Nei prossimi 12 mesi prevediamo, quindi, di assistere a livello globale alla nascita di nuovi sistemi di certificazione dell’impatto ambientale, a nuove iniziative per attrarre talenti nel settore manifatturiero, alla nascita di standard aperti multisettoriali e a nuovi investimenti per la produzione digitalizzata on-shore. Questi saranno i fattori che trasformeranno l’Industria 4.0 in realtà.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

La crescente convergenza tra IT e OT in ambito industriale ha portato a un’incredibile espansione del perimetro di attacco e all’incremento esponenziale dei rischi per le aziende. La sicurezza informatica rappresenta, ormai, un elemento fondamentale di ogni processo di trasformazione digitale, che deve necessariamente partire dalla comprensione delle minacce e dalla formazione delle persone a ogni livello tramite training specifici. Solo dopo aver completato questi passaggi sarà possibile rivedere i propri processi, in modo da adottare una postura di sicurezza adeguata in ogni ambito di attività, e quindi adottare le soluzioni tecnologiche necessarie, facendo sempre attenzione a porre la cybersecurity al centro del proprio percorso di digitalizzazione.

 Eaton è da sempre attenta al tema della sicurezza informatica e si impegna a offrire ai propri clienti i più elevati standard di cybersecurity e di protezione dei dati in molteplici settori, non solo per quanto concerne l’automazione industriale “pura”. Con questo obiettivo, abbiamo ad esempio stretto una partnership a livello globale con Microsoft, scegliendo di adottare la piattaforma cloud Azure, e abbiamo ottenuto la doppia certificazione di sicurezza informatica IEC e UL per i processi di sviluppo prodotto, stabilendo un primato nel settore. Infine, per garantire comunicazioni sicure e affidabili, collaboriamo con i principali player del mercato alla definizione dello standard OPC-UA che punta a migliorare e proteggere lo scambio di comandi e informazioni in ambito industriale, nonché a ottimizzare l’interoperabilità dei dispositivi sia per le comunicazioni machine-machine, sia per le comunicazioni machine-cloud.

Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

Marco Battisti, Commercial and Industrial Segment Marketing Manager Italia ha affermato che Eaton è impegnata a migliorare la qualità della vita e dell’ambiente attraverso l’uso e l’offerta di tecnologie e servizi per la gestione dell’energia. Prendendo parte al Global Compact delle Nazioni Unite, insieme ad altre aziende di tutto il mondo, ci siamo impegnati a continuare ad adottare soluzioni sostenibili e pratiche di responsabilità sociale.

In linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale sotto 1,5°, abbiamo definito obiettivi concreti di riduzione dei gas serra entro il 2030, che includono il dimezzamento delle emissioni di carbonio delle nostre attività rispetto ai livelli del 2018, la diminuzione delle emissioni durante la produzione e la catena di approvvigionamento, l’ottenimento della certificazione “zero waste to landfill” (zero rifiuti in discarica) per tutti i siti di produzione e l’azzeramento delle emissioni di carbonio generate dalle nostre attività. Inoltre, intendiamo investire 3 miliardi di dollari entro il 2030 in ricerca e sviluppo per la creazione di soluzioni sostenibili e ci impegniamo a offrire maggiore trasparenza sui nostri progressi verso il raggiungimento degli obiettivi ESG.

Infine, in risposta alla crescente richiesta di energia, ci impegniamo a sostenere le città e le organizzazioni nell’ottimizzazione della distribuzione e della fornitura di elettricità, inclusa la gestione dell’energia pulita solare ed eolica. Collaborando con molte delle più grandi aziende produttrici a livello mondiale, aiutiamo i trasporti via aria e via terra ad operare in maniera più efficiente e sicura, riducendo gli sprechi e diminuendo il consumo delle risorse.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

Secondo Stefano Cevenini, Product Manager Power Quality e Data Center Segment Marketing Manager di Eaton Italia

Nel mondo dei dati e dei data center, la pandemia ha agito da catalizzatore, dando una forte spinta a una trasformazione che era già stata avviata. La fine dell’emergenza non porterà, quindi, alla conclusione di questo trend: la nostra dipendenza dai centri elaborazioni dati e, di conseguenza, dalle infrastrutture di telecomunicazione che ci connettono a essi è, infatti, destinata a crescere nei prossimi anni.

Va, tuttavia, evidenziato che l’aumento esponenziale dell’utilizzo dei dati coincide con un momento storico particolarmente complesso per il settore dei data center. Nel corso del prossimo anno, infatti, gli operatori dovranno affrontare una forte competizione per accedere a una quantità limitata di risorse energetiche, sempre più richieste da altri settori, come quello dei trasporti e quello residenziale. Gli stessi fornitori di elettricità si troveranno di fronte alla sfida di dover incrementare la fornitura di energia dovendo al contempo smantellare gli impianti a combustibili fossili, per rispondere alle esigenze di decarbonizzazione. Infine, i governi avranno l’arduo compito di stabilire le regole e la direzione da seguire per il settore energetico, prendendo complesse decisioni su quali settori prioritizzare per la fornitura di elettricità.

È finito il tempo in cui si pensava che i data center potessero portare a termine più attività con lo stesso consumo di energia, comportando una maggiore efficienza da un punto di vista economico: la domanda continuerà a crescere e l’analisi delle infrastrutture di telecomunicazione rivelerà il reale costo dei dati in termini di emissioni. Noi dipendiamo dai dati, i quali dipendono dall’energia, e presto dovremo affrontare un ampio divario tra esigenze e realtà. Non si tratta, però, di una crisi, quanto di un’opportunità: questo gap attrarrà importanti investimenti e porterà a innovazioni rivoluzionarie. Dal punto di vista della rete, attrarrà gli investimenti di imprese private impegnate a generare l’energia di cui abbiamo bisogno da fonti rinnovabili, mentre nel campo dei centri elaborazioni dati si consoliderà l’idea di una nuova relazione con l’energia: non più solo come consumatori ma anche come sistemi di alimentazione di backup, a supporto della rete e del processo di transizione ecologica.

L’idea ICT del 2022

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

Per cogliere appieno le opportunità offerte dalla Digital Transformation è necessario innanzitutto comprenderle. Alla base di ogni investimento deve quindi esserci una cultura del Digitale da cui oggi le organizzazioni non posso più prescindere, indipendentemente dal loro settore o dimensione. La sfida primaria è dunque quella della formazione, che oggi è la chiave per riuscire a identificare quel rapporto costo/beneficio che deve guidare ciascuna scelta aziendale.

Secondo Eaton per chi ha già compiuto questo passo, il prossimo step sarà fare sistema, non affidandosi a una tecnologia univoca e statica, ma scegliendo le cosiddette soluzioni “a 360°”, che si distinguono per la capacità di rispondere a esigenze molteplici senza che si rendano necessari passaggi multipli e ridondanti (dalla sicurezza logica e fisica al monitoraggio, passando per l’analisi).

Specialmente nell’ultimo anno, con la diffusione della pandemia, la tecnologia che si è rivelata vincente – talvolta addirittura vitale per la sopravvivenza di alcune realtà aziendali – è quella che vede mettere in campo il cosiddetto Digital Twin, ovvero quel gemello digitale che sfrutta tecnologie ICT all’avanguardia per fornire assistenza da remoto e abilitare la produzione in qualsiasi condizione.

In uno scenario come quello italiano, scegliere il partner giusto è il primo passo di un approccio maturo, consapevole e profittevole al mercato.

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