Uno studio di Amr Research rileva una crescente disponibilità da parte dei responsabili dei sistemi informativi a valutare l’adozione di database open source al posto delle proposte tradizionali di Ibm, Microsoft e Oracle.
9 marzo 2004 In base ai risultati di uno studio recentemente
pubblicato da Amr Research, la crescente diffusione del sistema
operativo Linux si sta traducendo anche in una crescita dell’interesse nei
confronti dei database open source.
Secondo lo studio, in
questo momento si può parlare di una fase embrionale, che porterà però a una
accettazione generalizzata di questi prodotti già nell’arco dei prossimi
due anni.
Per la realizzazione del suo studio, Amr ha intervistato 140
responsabili It nel corso del mese di dicembre.
A queste figure
professionali, ha chiesto una valutazione tra prodotti riconosciuti ma
strettamente controllati dai loro sviluppatori, vale a dire i database
di Ibm, Oracle e Microsoft, e tre database nell’area open source,
ovvero MySQL, MaxDB e PostgreSQL.
Il risultato, almeno
a livello di percezione generale, è che come Linux in qualche modo sta mettendo
in discussione il ruolo e la posizione di Windows e di Solaris, altrettanto i
database open source sono destinati a diventare una alternativa reale e
possibile alle soluzioni leader sopra citate.
Ora, se da un lato è
vero che molte esperienze di database open surce si sono lentamente e
silenziosamente concluse, quella di Red Hat è ormai storia, è
altrettanto vero che non sono pochi i timori legati alle effettive possibilità
di upgradare i database di Oracle, Ibm e Microsoft in un arco temporale che vada
oltre il 2006.
Per di più, le esperienze precedenti avevano un po’ il sapore
dell’immaturità, mentre allo stato attuale Amr rileva da parte dei manager
interpellati una crescente fiducia.
Il costo è sicuramente
un driver importante, non disgiunto però anche dal supporto che
un numero sempre crescente di software house sta garantendo ai database aperti.
E’ il caso di Sap, che ha siglato lo scorso anno un accordo con
MySql e si prepara a farlo anche con MaxDb. Oppure di Sun, che
ha inserito nel suo directory server anche Berkeley DB di Sleepycat.
I
contro, per altro, sono rappresentati principalmente dalla percezione di
scarso supporto, che non solo oggi viene dissipata dalla maggiore
chiarezza delle proposte commerciali, ma anche dalla valutazione complessiva dei
prodotti, che spesso superano i concorrenti tradizionali per prezzo,
prestazioni, facilità di gestione, stabilità e funzionalità.
Ancora
scarsa, invece, è la scalabilità. Fattore che
secondo Amr dovrà essere preso in maggiore considerazione in
futuro.