Dischi piccoli, trasportabili e molto capienti

Il test di 5 dispositivi esterni con interfaccia USB. Da 1 o 2,5 pollici possono contenere fino a 100 GB di dati

marzo 2005 Stiamo assistendo a un’espansione e a un’arricchimento
del panorama nelle unità di memorizzazione esterne su porta USB: le esistenti
aumentano in capacità e prestazioni e a queste si aggiungono nuovi formati
sempre più compatti nelle dimensioni. Per sfruttarle al meglio è
però necessario che sul proprio PC sia installata una porta USB 2.0.
In questa prova esaminiamo 5 soluzioni complete di diversi produttori con dischi
rigidi di dimensioni che vanno da 1” a 2,5”.

Le unità di memorizzazione si dividono in due classi: a memoria
statica
e con disco fisso. Le prime sono costruite
assemblando su di un circuito uno o più chip di memoria con un’interfaccia
USB, la memoria è di un tipo particolare in grado di mantenere i dati
anche in assenza di alimentazione.

Le seconde sono composte da un telaio contenente un disco fisso e un’interfaccia
che converte i segnali ricevuti in protocollo USB nel protocollo del disco fisso.

Ognuna ha i propri vantaggi e svantaggi. Le memorie statiche
non avendo parti in movimento sono assolutamente insensibili agli urti e meno
soggette a problemi di temperatura e umidità.

Hanno dimensioni contenute e possono essere trasportati comodamente in tasca.
Consumano poca energia e funzionano senza problemi in qualsiasi porta USB anche
su personal computer di qualche anno fa.

La capacità però arriva al massimo a qualche GB e il costo per
GB è di conseguenza elevato.

Le unità con i dischi fissi contengono parti in movimento
(i piatti che ruotano e le testine di lettura e scrittura), e quindi sono sensibili
agli urti.

I produttori hanno sviluppato diverse tecnologie per minimizzare gli effetti
di un urto che, per quanto efficienti, non danno una garanzia assoluta.

Se una di queste unità cade dall’altezza di 1 metro le probabilità
che funzioni ancora non sono molte. Il disco rigido è sensibile all’umidità
e agli sbalzi di temperatura dell’ambiente.

In compenso le unità di memorizzazione a disco hanno un’elevata
capacità e un costo per GB conveniente. Allo stesso prezzo di un’unità
a memoria statica da 2 GB se ne può comprare una da 20 GB con disco rigido.

Un discorso a parte va fatto per le dimensioni del disco.
Qualche anno fa erano i grossi dischi da 3,5” a tenere banco, poi si sono
affiancati i dischi da 2,5 dei notebook, in seguito si sono aggiunti i dischi
in formato da 1,8” e sono in arrivo i dischi da 1” e 0,85”
già utilizzati negli iPod mini e in alcune videocamere e fotocamere digitali.

La capacità decresce con le dimensioni. Un disco da 3,5” può
memorizzare 350 GB e oltre, le nuove unità da 2,5” arrivano a 100
GB, i dischi da 1,8” fino a 40 GB e a scendere gli altri.

Probabilmente non vedremo altri formati inferiori a 0.85”, il rapporto
tra prezzo e capacità diventa troppo alto ed entra in competizione con
le unità di memorizzazione a memoria statica che possiedono migliori
caratteristiche di affidabilità e robustezza.

Le unità a disco fisso attuali potrebbero raddoppiare la capacità
con l’attuale meccanica grazie all’impiego di una nuova tecnologia
di registrazione che orienta le particelle magnetiche in senso verticale, anziché
orizzontale come avviene attualmente, consentendo di aumentare la densità
di registrazione. L

e unità di memorizzazione con dischi da 2,5” e di formato inferiore
hanno il vantaggio di non richiedere un’alimentazione supplementare, l’energia
fornita dalle porte USB del computer è sufficiente per alimentare le
parti elettriche e meccaniche.

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