Home Digitale Diritto all’oblio e impronta digitale, in Italia c’è poca consapevolezza

Diritto all’oblio e impronta digitale, in Italia c’è poca consapevolezza

La società di cybersecurity Kaspersky ha condotto un’indagine a livello europeo sul diritto all’oblio e la presenza online.

Lo studio ha coinvolto 8.519 utenti generici dal Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia, Austria, Svizzera, Grecia, Slovacchia, Romania e Paesi Bassi.

Il sondaggio ha indagato il livello di consapevolezza e le abitudini degli utenti nei confronti della privacy online e della propria impronta digitale.

Dal sondaggio emerge come la percezione di entrambe differisca in base al Paese e alla generazione di appartenenza.

Ad esempio – ha sottolineato Kaspersky – la Generazione Z in Italia si è dimostrata poco attenta quando si parla di controllo dei propri dati online. Infatti, l’83% ha dichiarato che vorrebbe poter cancellare in maniera permanente un post pubblicato in passato.

I risultati della ricerca mostrano inoltre – ha messo in evidenza Kaspersky –, che si tratta di un problema rilevante in tutti i Paesi.

E che la maggior parte degli intervistati non è sicura di avere il controllo della propria presenza digitale o di come potrebbe gestire la propria presenza online.

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Fonte: Kaspersky

Molti utenti, infatti, sono erroneamente convinti che gli account e i post dei social media possano essere cancellati in modo permanente in qualsiasi momento.

I like che mettiamo sui social media possono avere un effetto significativo sulla percezione che gli altri hanno di noi, avverte Kaspersky.

La presenza online e le sue conseguenze

Gli utenti di tutta Europa concordano sul fatto che le azioni online possano avere delle conseguenze.

Sostengono anche che alcuni argomenti sono più rischiosi e provocatori di altri, e possono avere un impatto sulla reputazione delle persone e persino sulle loro prospettive di lavoro.

Secondo il 41% degli italiani, prosegue l’indagine di Kaspersky, i post offensivi nei confronti delle persone disabili e quelli che si schierano contro la vaccinazione anti-Covid 19 sono potenzialmente i più dannosi per le prospettive di lavoro o per le relazioni.

Seguono l’utilizzo di un linguaggio transfobico (37%) e le posizioni negazioniste sui cambiamenti climatici (31%).

Quasi un dipendente su tre ha ammesso di aver dato un occhio ai profili social dei nuovi colleghi, e di averli giudicati sulla base di ciò che hanno trovato.

Il 42% degli intervistati ha inoltre affermato di conoscere qualcuno il cui lavoro o la cui carriera è stata influenzata negativamente da un contenuto postato sui social media in passato.

Kaspersky
Fonte: Kaspersky

Nonostante ciò, quasi un terzo delle persone non ha mai modificato o cancellato i vecchi post dai propri account.

La percezione di sé che nasce dalla propria presenza online costituisce un problema per molte persone.

Kaspersky sottolinea il fatto che il 38% degli utenti affermi che il proprio profilo social non lo rappresenti in modo autentico.

Un ulteriore 51% afferma che la cronologia di navigazione su Internet potrebbe fornire un’idea sbagliata sul loro conto.

Un dato preoccupante – mette ancora in evidenza Kaspersky – riguarda la maggior parte (81%) degli utenti dai 16 ai 21 anni, che crede erroneamente di avere il controllo totale sui contenuti condivisi online e di poter eliminare definitivamente alcune tracce lasciate nel web.

Diritto all’oblio e impronta digitale

Milioni di persone, dopo la loro morte, si lasciano alle spalle profili social e cronologie di navigazione online. Molti, ovviamente, non hanno la possibilità di controllare prima la loro impronta digitale.

Tuttavia, l’indagine di Kaspersky ha individuato una preoccupante mancanza di consapevolezza sul tema del diritto all’oblio e dell’impronta digitale.

Kaspersky
Fonte: Kaspersky

In Italia circa un terzo (32%) degli utenti non ha mai pensato a cosa accadrà ai propri dati online dopo la morte. E quasi un quinto (19%) presume erroneamente che tutti i propri account social vengano automaticamente eliminati per sempre.

Dallo studio di Kaspersky, è inoltre emerso che il 44% degli italiani vorrebbe poter accedere al profilo social di un genitore defunto, se questo lasciasse i propri dati di accesso nel testamento.

Tuttavia, pensando alla situazione contraria, la reazione degli italiani cambia.

Il 38% ha dichiarato che si sentirebbe a disagio a lasciare in eredità i propri dati di accesso agli account online.

Il report completo è consultabile sul sito di Kaspersky.

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