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Digitale: così l’Italia ha compiuto due passi in avanti

L’Italia ha avuto l’opportunità di recuperare il terreno perduto e saltare uno step nel percorso di trasformazione digitale”, accendendo il motore della digitalizzazione dei processi.

Lo sostiene Filippo Ligresti, Vice President e General Manager di Dell Technologies Italia, nel commentare i dati provenienti dal Digital Transformation Index, ricerca biennale (giunta alla terza edizione) che Dell Technologies svolge a livello mondiale nei paesi in cui ha una presenza decisiva, Italia compresa.

Fra luglio e agosto di quest’anno la società di ricerca Vanson Bourne ha intervistato per Dell Technologies 4.300 leader aziendali, di medie e grandi imprese di 18 paesi, creando un benchmark globale che indica lo stato di trasformazione delle aziende.

Dal rapporto risulta che oltre l’85% delle aziende italiane ha accelerato sulla digitalizzazione nel corso del 2020.

Un dato superiore alla media europea (75,3%), ma anche rispetto a nazioni storicamente più mature a livello tecnologico, come Germania (71,7%), Francia (70,7%), UK (72,3%).

Quelli emersi sono dati “interessanti e corretti” per Ligresti. Dati che lo portano a dire che “la trasformazione digitale c’è, è presente nella vita di tutti e dei manager delle aziende”.

Al punto che si può affermare che “se la società nel suo complesso ha funzionato, durante i mesi del lockdown, è stato merito del digitale”.

Filippo Ligresti, Vice President e General Manager di Dell Technologies Italia

Ma quale digitale?

C’è stata, complessivamente, un’accelerazione dei progetti sul digitale, ma in questi mesi l’Italia è stata davanti, nel plotone di testa, per usare una metafora ciclistica.

L’Italia ha avuto l’opportunità di recuperare il terreno perduto e saltare uno step nel percorso di trasformazione digitale”, accendendo il motore della digitalizzazione dei processi.

Per Ligresti in Italia la priorità è stata la capacità di lavorare in remoto. Il secondo focus è stata la messa in sicurezza delle aziende. Terzo focus, si è data attenzione all’utilizzo dei dati per prendere le decisioni, al pari dei progetti che sono fisicamente e logicamente dispersi, in logica di edge computing.

I feedback del digitale italiano

A livello globale del Digital Transformation Index, per Ligresti noi italiani, “siamo quelli che hanno la forza lavoro meno agile, ma che sta cercando di cambiare il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore. Alcuni manager sono passati dal controllo del cartellino a quello delle performance. Una cosa che inciderà più di altre in future”.

Un altro tema rilevante, per Ligresti, è dare è l’accesso a una rete accettabile: “Non nascondiamoci che il digital divide lo fa anche un’infrastruttura carente”.

Poi hanno il loro effetto le barriere “mentali” alla digital transformation, come il rispetto della privacy e del Gdpr, ossia la pressione psicologica di un regolatore, che ci mette un po’ in difficoltà, “se paragonato ad altri paesi, toglie dinamicità.

Secondo il report, sono tre i principali ostacoli al successo della trasformazione digitale in Italia: i timori circa la privacy dei dati e la cybersecurity, la mancanza di risorse finanziarie e l’impossibilità di ricavare informazioni dai dati in possesso.

Parallelamente le e aree principali di investimento sono 5G, la sicurezza e data management tool.

L’81% delle aziende italiane dice di rimettere in discussione il proprio model di business e di rivederlo in digitale. Riguardo il Covid: 4 su 10 pensano che sopravvivranno all’ondata pandemica, una su 4 teme di soccombere nel giro di due anni.

Rimane comunque basso il numero di imprese (4,7%) che sta accelerando sulla tecnologia Industria 4.0, in una nazione da sempre a forte vocazione manifatturiera come l’Italia.

Il buon andamento

In questo scenario complessivo Dell Technologies si dice soddisfatta del business 2020.

C’è stata “una grande spinta sul fronte pc, domanda fortissima che continua. Abbiamo fatto molto bene anche a livello di infrastruttura sul lato server e storage. Abbiamo umentato il fatturato nei primi nove mesi, tenendo un mix bilanciato”. E l’outlook ultimo trimestre, che terminerà a gennaio, è positivo.

I buoni risultati vengono motivate da Ligresti con la constatazione che Dell può indirizzare le problematiche tecnologiche in modo organico e integrato, a 360 gradi, “e questo nell’attuale momento storico è un vantaggio. Possiamo mantenere un rapporto diretto costante e bidirezionale con i clienti (5mila aziende italiane), qualsiasi sia la loro dimensione (abbiamo 200 persone commerciali. Questo è un asset, perché ci dà feedback immediati e non impatta sulla supply chain“.

Pandemia e rapporti istituzionali

La pandemia ha impattato poco sulle mille persone italiane di Dell Technologies, che sono entrate in smart working dal 23 febbraio e continuano ora, con uffici aperti in caso di necessità. Massima continuità operativa e massimo supporto.

All’inizio della pandemia le grandi imprese hanno preso una posizione di attesa, ora stanno vivendo una importante ripresa di attenzione all’investimento digitale.

Anche la politica si è convinta che la tecnologia non è mai stata centrale come oggi, e ha avviato iniziative di supporto all’economia del Paese.

A tale proposito Ligresti ci ha confermato che Dell Technologies ha in programma di partecipare a una serie di incontri istituzionali. Il programma doveva partire in questi mesi, ma a causa della nuova emergenza sanitaria è stato rimandato all’inizio del 2021.

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