Dieci consigli per sviluppare applicazioni per BlackBerry

Un veloce decalogo per chi si occupa di realizzare software per la piattaforma RIM.

Sta partendo il BlackBerry Application StoreFront, un servizio che darà agli sviluppatori il modo di arricchire di funzionalità gli smartphone BlackBerry. Il servizio è previsto inizialmente in Canada, Regno Unito e Stati Uniti, e poi sarà localizzato in altre lingue principali.

Con una nota, Rim ha espresso le proprie riflessioni sulle dieci principali questioni che gli sviluppatori dovrebbero porsi quando devono creare applicazioni da far girare sulla piattaforma BlackBerry.

1. L’applicazione funziona?

Le migliori applicazioni dovrebbero funzionare indipendentemente da quanto sia complesso il programma. E gli utenti dovrebbero avere la possibilità di fruire dellle funzioni base dell’applicazione senza il bisogno di consultare il manuale o un forum. 

2. Riesce a passare la “prova del semaforo”?
Gli utenti dovrebbero avere la possibilità di utilizzare le funzionalità di un’applicazione nel tempo esatto che impiega un semaforo a passare dal “rosso” al “verde”. Per esempio nell’applicazione di messaggistica BlackBerry è possibile dare una scorsa rapida ai messaggi e scrivere una veloce risposta nel giro di pochissimo tempo.

3. Anticipa le esigenze degli utenti?
Le applicazioni devono essere intuitive e dovrebbero essere sviluppate in maniera da fornire risposte anticipando le esigenze degli utenti. L’impaginazione deve essere chiara e la disposizione delle icone intuitiva.  

4. Si integra bene con la “BlackBerry experience”?
Gli utenti BlackBerry si trovano a proprio agio con quelle applicazioni che nel complesso più si avvicinano alla classica “BlackBerry experience”. Per esempio, applicazioni mobile di social networking che utilizzino la fotocamera del dispositivo per fare foto e geolocalizzarle grazie al GPS integrato, sono più apprezzabili di quelle che non fanno uso delle funzionalità native del dispositivo.  

5. Riduce al minimo il consumo della batteria?
Gli sviluppatori dovrebbero fare in modo che le proprie applicazioni non pesino troppo sul funzionamento generale di un dispositivo, in maniera particolare sulla durata delle batterie.

6. Riesce a capitalizzare la tecnologia push?
Le migliori applicazioni per gli smartphone BlackBerry dovrebbero riuscire a trarre vantaggio della tecnologia push di RIM che sostanzialmente “porta” in automatico le informazioni all’utente, senza che quest’ultimo vada a controllarne l’aggiornamento o la disponibilità.Una buona applicazione push utilizza la comunicazione wireless in maniera intelligente, in modo da fornire le informazioni solo quando è necessario o quando richiesto dall’utente.

7. Utilizza in modo intelligente la connettività wireless?
Un’applicazione che utilizza le risorse wireless in maniera intelligente in genere riesce a fornire all’utente un’esperienza di utilizzo migliore oltre a creare meno problemi alla rete dell’operatore. Per esempio, un’applicazione mobile sul meteo, impostata per aggiornarsi automaticamente ogni ora, dovrebbe inviare e ricevere dati solo in caso di un reale cambio atmosferico. 

8. Funziona in modalità offline altrettanto bene che in modalità online?
Per le applicazioni che richiedono un accesso a Internet, gli sviluppatori devono valutare in che modo il programma riuscirà a funzionare in quelle zone in cui la copertura di rete è scarsa o del tutto assente. Con la tecnologia push bisognerebbe assicurare che le informazioni fondamentali siano conservate direttamente sul dispositivo, in modo che la connettività wireless non è più necessaria per l’utilizzo.

9. Ha un’interfaccia utente reattiva?
Le migliori applicazioni BlackBerry sono dotate di interfacce utente veloci e reattive ai comandi degli utenti.

10. Utilizza funzioni specifiche del dispositivo?
Gli sviluppatori dovrebbero progettare le applicazioni pensando a uno specifico dispositivo. Allo stesso modo, per quanto riguarda la funzione di photo tagging attraverso il GPS, un’applicazione che utilizza il ricevitore GPS integrato al dispositivo per la ricerca di punti di interesse, sarà sicuramente più interessante di un’applicazione che richiede all’utente il nome della città in cui si trova.

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