Dopo decenni di gestione proprietaria della piattaforma Atm, si va verso una ridefinizione in senso aperto. Promotrice di questo sforzo è l’americana Diebold, oggi numero 2 del settore FSS -Financial Self Service- ma che intende diventare leader …
Dopo decenni di gestione proprietaria della piattaforma Atm, si va verso
una ridefinizione in senso aperto. Promotrice di questo sforzo è
l’americana Diebold, oggi numero 2 del settore FSS -Financial Self Service-
ma che intende diventare leader nei prossimi cinque anni. All’uopo ha
acquisito da Bull e Getronics le loro attività di questo settore, al
contempo innescando con loro un patto di non aggressione e di coopetition.
Il prezzo pagato è di 70 milioni di Euro a Bull e di 90 milioni di Euro a
Getronics, tutto in contanti.
In questo modo la Diebold ha completao un piano su scala mondiale iniziato
qualche tempo fa. Per effetto delle recenti acquisizioni già quest’anno ci
si attende un fatturato di quasi 2 miliardi di dollari: i 250 milioni di
dollari di Getronics e Bull insieme vanno infatti ad aggiungersi ai 350 di
Procomp, leader del mercato brasiliano.
L’affare ha una sua importanza anche per l’Italia, visto che comprende lo
stabilimento d’Ivrea della francese Siab e le sezioni sviluppo di
Oliricerca e Regulus. Pur non essendo possibile sapere subito quali sono le
intenzioni nei confronti della nostra cara penisola, sicuramente il Vecchio
Continente ha un ricco futuro con Diebold, visto che gli impianti già
attivi verranno rinforzati da nuovi stabilimenti in Francia e in Belgio.
" Per le banche il settore SST è misson critical, e noi intendiamo dare
garanzie in questo settore ", ha detto Walden O’Dell, presidente e CEO
dell’azienda. " Le banche stanno cercando nuovi modi di portare transazioni
agli utenti ", ha poi aggiunto, " e non solo in settori quali le smart card
o i telefoni cellulari ". A domande esplicite O’Dell ha risposto dicendo
che la natura statunitense dell’attività non verrà snaturata, anzi è i
n
crescita grazie ai servizi innovativi in parte già proposti, ma
esclusivamente sugli Atm. Sembra strano, almeno al momento, che Diebold
dichiari il totale disinteresse per tecnologie successive quali le carte
magnetiche e successivi strumenti di pagamento, ma è certo che le nazioni
emergenti offrono comunque molto spazio per i servizi nati come il nostro
bancomat ma poi diventati dei veri e propri centri multiservizio.
Comunque sia, è proprio l’unione di servizi e tecnologie aperte che
dovrebbe far affluire sugli Atm una quota parte delle transazioni future.
Qui e là nella presentazione delle varie società del gruppo affiora una
competenza su Windows NT, esplicitata in Regulus, Oliricerca e Nexus.
Evidentemente Diebold ritiene che ci sia ancora molto spazio per gli Atm,
soprattutto grazie all’introduzione di nuove tecnologie. Ad esempio in
occasione della conferenza stampa è stato dimostrato anche un cash
dispenser che riconosce l’iride del cliente, già attivo in alcune locazion
i
del Texas. La connessione alla banca dati avviene su Internet. Ed esiste
una vasta gamma di utenti, ad esempio le persone anziane o smemorate, che
certamente apprezzerebbero un riconoscimento automatico e sicuro senza
dover memorizzare e custodire dei codici di accesso.