Da Microsoft un National Plan da 130 milioni di euro

Tanto la società intende investire nel nostro Paese per digitalizzare Pubblica Amministrazione e imprese e per aiutare le start up. A colloquio con Pietro Scott Jovane che ne racconta i cosiddetti “razionali”.

Un piano da quasi 140 milioni di euro di tre anni.
Tanto vale il National Plan per il nostro Paese varato in queste settimane da Microsoft e presentato nei dettagli dal suo amministratore delegato Pietro Scott Jovane nei giorni di Smau.

Un piano che, nelle parole di Scott Jovane, è stato costruito partendo da poche semplici domande: ”Quali sono le priorità per l’Italia? Che ruolo può avere Microsoft?”.
E se tra le risposte alla prima domanda c’è anche la parola digitalizzazione, la risposta alla seconda sono le competenze internazionali, la presenza diretta nel paese, le attività di ricerca e sviluppo, oltre alla rete di 25.000 partner attivi sul territorio.
”Abbiamo deciso di lavorare su due filoni chiave: digitalizzare il Paese, digitalizzare gli italiani. Il tutto in un arco di tempo di tre anni, al termine dei quali vorremmo vedere una amministrazione pubblica più snella, gli italiani, sia giovani sia anziani più digitali, l’Italia stessa più digitale”.

Nel quadro del progetto, dunque, ci sono azioni concrete, che puntano alla digitalizzazione di 500.000 aziende e 5.000 comuni, oltre ad azioni dirette verso il mondo della scuola, in particolare quello degli educatori, e verso la terza età.
”Non solo. Ci siamo chiesti come poter dare il nostro contributo a combattere la disoccupazione giovanile e abbiamo deciso di supportare 1.000 startup in tre anni, delle quali almeno il 20% dovrebbero essere guidate da donne. A loro daremo
cloud e tre anni di software gratuiti. Tre anni, il tempo necessario per arrivare al breakeven”
.

Fondamentale, in questo percorso, è il ruolo dei partner di canale, direttamente coinvolti nelle azioni sul territorio e presso le imprese.
Sono loro la prima linea, incaricati di portare alle aziende e alle pubbliche amministrazioni una innovazione ”che abbia davvero impatto. Perché solo se c’è un impatto vero, tangibile, misurabile, si fanno gli investimenti”.
Verso le pubbliche amministrazioni forte sarà la collaborazione con l’Anci, mentre verso il mondo delle piccole e medie imprese l’azione ha il valore della sistematicità.
”Bisogna scegliere bene le aziende verso le quali portare la nostra proposta. L’obiettivo è entrare in queste imprese e digitalizzarle. Con l’aiuto di un partner, in quattro giorni di lavoro si effettua la misurazione dei processi e poi si introducono le soluzioni. Il tutto con un’attività di consulenza a costo zero. L’impegno che chiediamo in cambio è che poi le aziende che hanno lavorato con noi raccontino ai loro “equivalent” la loro esperienza e i benefici che hanno potuto misurare”.
Questa attività viene condotta da Microsoft attraverso un gruppo sostenuto di partner cosiddetti core, ma l’azienda è aperta a coinvolgere anche nuove realtà, in grado di agire concretamente sul territorio.

”E’ un percorso. Dobbiamo prima spiegarlo ai nostri partner, coinvolgerli, identificare insieme a loro i target. Dobbiamo spiegare loro i perché di questo progetto e quali sono i benefici che contiamo di ricavare. Ci preme avere impatto e fare in fretta. Bisonga superare la soglia critica oltre la quale il progetto poi va avanti da solo”.
E c’è una soglia temporale che Pietro Scott Jovane si è prefisso: ”Diciotto mesi. Se dopo diciotto mesi il National Plan non è decollato in tutte le sue componenti pubbliche, private e verso le startup, vuol dire che qualcosa non funziona”.

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