Da Ibm il Linux per mainframe

Proseguendo lungo la china di una strategia “open” ben delineata, Big Blue ha approntato una piattaforma software che consentirà di utilizzare Linux su più partizioni di un unico grande sistema.

Ibm ha approntato una nuova piattaforma software per mainframe, che consente di utilizzare Linux su più partizioni di un unico grande sistema. Da oggi, dunque, i mainframe Ibm potranno eseguire nativamente fino a 15 singole macchine virtuali Linux. La soluzione, chiamata z/Vm è in grado di gestire centinaia o addirittura migliaia di sessioni Linux o Os/2 in simultanea, mentre con l’aggiunta di un software chiamato HiperSockets è possibile comunicare tramite Tcp/Ip sulle connessioni interne di memoria, alla velocità delle memorie. Senza HiperSockets, la comunicazione tra macchine virtuali aveva luogo attraverso una rete esterna, molto più lenta e vincolata al forte consumo di risorse e all’impiego di switch, router e altri dispositivi, anch’essi a carico dei tecnici del mantenimento. Le nuove funzionalità, disponibili commercialmente a partire dal 26 ottobre, contribuiranno alla rinnovata popolarità del mainframe, alimentata in parte dalle esigenze di consolidamento di tutte le piattaforme server Linux su un unico sistema.
Con questo, sottolineano i responsabili di prodotto in casa Ibm, non si vuole affermare che senza Linux il mainframe andrebbe in pensione. L’obiettivo è quello di rendere ancora più attraente una scelta strategica per molte aziende. Se un sistema così importante fosse utilizzato per l’esecuzione di una sola copia di Linux, sarebbe – dice Ibm – il modo più costoso per servirsi di un ambiente gratuito. Al contrario, l’uso di molteplici copie consentirebbe economie di scala assolutamente vantaggiose.

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