Cresce con prudenza il mercato Ict in Italia

La spesa in Information & Communication Technology da parte del sistema Italia continua a crescere, ma non ai ritmi e sulle linee ipotizzate un paio di anni fa. È quanto emerge dal Rapporto Assintel 2002

«Un po’ meno ottimista di Giulio Koch, un po’
meno pessimista di Giancarlo Capitani

», per la cronaca rispettivi presidente di Assinform e
amministratore delegato di NetConsulting. Così si definisce Maurizio Curari, amministratore
delegato di Sirmi, società di ricerca che, come quella guidata da Capitani, commenta con
cadenza puntuale, i dati inerenti l’andamento della tecnologia digitale di casa nostra.
«A quanto pare – prosegue Cuzari -, i numeri dicono che, tenendo conto del solo comparto
informatico ed escludendo le telecomunicazioni e i prodotti per ufficio, tra il
’99 e il 2000, siamo passati
da una crescita di mercato del 13,8% a una crescita di
gran lunga più contenuta, che nel 2001 si è attestata intono all’8,1%, e che
nel 2002 sembra destinata a decrescere ulteriormente, fino a toccare quota 7,8%. In sintesi, la crescita registrata
nel 2000, si è praticamente dimezzata nei dodici mesi successivi e questo
per molteplici motivi, tra cui il rallentamento registrato nell’adozione, da parte delle aziende,
di nuovi prodotti e servizi, nella flessione che ha caratterizzato
l’andamento del mercato, e nelle difficoltà che le aziende fornitrici hanno incontrato, e incontrano,
nel portare all’esterno le proprie soluzioni. Ma se tutto ciò
è vero, è altrettanto vero che si tratta pur sempre di
una crescita. Una crescita, per di più, sostenuta, se confrontata con mercati
maturi o di dimensioni analoghe ai 23 miliardi di euro espressi come spesa o
investimenti dei clienti finali per l’acquisto di prodotti, servizi e soluzioni
di Information Technology
».

Naturalmente, il rallentamento
della crescita dei prodotti hardware (+6,6%) sarà prevedibilmente più marcato rispetto a
quello dei prodotti software (+8,6%), e ancor di più rispetto a quello dei
servizi professionali e di elaborazione (+10,8%), gli unici che nel 2002
dovrebbero mantenere, in buona sostanza, lo stesso trend di crescita. Mutano,
naturalmente le linee di andamento dei singoli sottosettori nell’ambito di
ciascun comparto. Nel mercato dei prodotti It hardware
i sistemi, che
avevano fatto registrare una crescita del 12%, dovrebbero rallentare nel 2002 a un -9%, mentre il comparto
pc, che in termini di valore e di volumi aveva già registrato
una certa difficoltà negli ultimi due anni, nel corso del 2002
dovrebbe decrescere dello 0,5%. Bene il comparto networking che, a quanto pare,
dovrebbe riportare una crescita del 19,1%, rispetto al 17,4% del 2001, anche
se i fornitori attendevano incrementi nell’ordine del 35-40%. Ancora effervescente il
mercato dell’altro hardware, soprattutto grazie a  nuove tipologie di prodotti, come le stampanti
avanzate e multifunzione e i masterizzatori. Nel mondo dei prodotti
software
gli andamenti sono estremamente diversi a seconda della tipologia di
prodotto. Rallenta il mondo del system software (da -1,4% a -2,1%), mentre
quello dei middleware e dei tools mantiene un andamento di crescita (da
+17,9% a +17,1%). L’universo del software applicativo, che registra incrementi
nell’ordine del 6,2%, nel 2002 dovrebbe decrescere fino a quota +5,5%. Per
quanto riguarda il comparto dei servizi professionali, le grandi linee di tendenza asseriscono che i servizi a
progetto cresceranno a ritmi del 9%, mentre i servizi di gestione aumenteranno
in maniera stabile.

«Insomma – chiarisce Cuzari -, la spesa
per l’Information & Communication Technology da parte del sistema Italia sia
business, sia consumer continua a essere in crescita, ma non certo sulle linee
ipotizzate anche solo due anni fa, quando si pensava si sarebbero
concretizzate una serie di Free Trade Zone. Una serie di aree abilitate dalla
somma fra outsourcing e hosting delle applicazioni ed erogazione delle stesse in
modalità Asp, ma anche dall’implementazione dei portali, che si immaginava
sarebbero diventati marketplace. A ben guardare, però, l’outsourcing è una di
quelle aree che sta registrando la crescita più sostenuta, ma in termini di
porting di applicazioni tradizionali verso questo tipo di modalità

continua Cuzari -. Una tendenza confermata dalla fioritura di siti e di
portali non più solo vetrina delle aziende, ma strumenti di accesso e scambio
delle informazioni
». A quanto pare, la tecnologia si muove più
rapidamente rispetto alla capacità del singolo individuo di assorbirne i
vantaggi potenziali. «Non dimentichiamo – conclude Cuzari – che, in questo
momento, l’universo italiano della Digital Technology poggia le sue basi su
rivoluzioni datate di vent’anni, e che le applicazioni di cui sono dotate le
nostre aziende hanno un’età media di gran lunga superiore a quella delle
applicazioni utilizzate nelle analoghe aziende europee. Inoltre, quella che da
più parti viene considerata una forte componente d’innovazione, ovvero la banda
larga, in realtà è ancora un elemento estremamente marginale
».

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