L’Ict in Italia cresce più della media mondiale. Solo sfiorata la crisi?

L’analisi del mercato 2001 delle Tlc e dell’It, presentata dal Rapporto Assinform, evidenzia nel nostro Paese una accelerazione maggiore rispetto alle nazioni più industrializzate. Nonostante l’evidente calo del trend nell’ultimo semestre, è possibile che nel 2002 riprenda la corsa.

Il mercato dell’Ict (Information and communication technology) in Italia nel 2001 è cresciuto più della media mondiale (4,9%) e dei Paesi europei più industrializzati. L’annuale resoconto sul settore, delineato dal Rapporto Assinform 2002, come di consueto elaborato da NetConsulting, parla di un mercato da 60,503 miliardi di euro, che rappresentano una crescita dell’8,3%, (era però del 12,8% del 2000), dei quali 40,025 miliardi realizzati dalle Tlc e 20,478 dall’It. Questo primo confronto porta Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting a considerare che "l’anno appena concluso rappresenta la fine di un lungo ciclo positivo per il settore". Il 2001 è stato caratterizzato da una significativa attività di progetti avviati dalle grandi aziende, mentre sono risultate decisamente sottotono le realtà delle Tlc, le Pmi e le famiglie. Infatti, le grosse imprese hanno proseguito nell’implementazione di progetti di e-business e di Crm, ma anche da parte delle medie aziende si è vista l’adozione di soluzioni più evolute che andavano nella direzione del modello di impresa estesa. "Dopo gli insuccessi del biennio precedente – ha affermato Capitani – le aziende acquistano tecnologia in modo più attento e questo ha fatto fare al mercato un salto di qualità".


Entrando nel dettaglio delle cifre, il mercato dell’informatica ha raggiunto i 20,478 miliardi di euro, pari a un aumento dell’8% (era del 12,6% un anno prima) al cui interno l’area trainante (+11,8%) si è confermata quella del software e servizi, avendo raggiunto 13,247 miliardi di euro, mentre l’hardware è precipitato a un +2,6% (da un +11,1% del 2000) e a un valore di 6,213 miliardi di euro.


Sempre più negativo il trend per l’assistenza tecnica (-3,4%) pari a 1,018 miliardi di euro. "L’Italia, nel contesto generale – ha osservato Capitani – appare come un Paese che è entrato in una fase di criticità con sei mesi di ritardo rispetto alle altre nazioni più evolute, in quanto nei primi sei mesi del 2001 il trend di crescita dell’It si aggirava sul 10,7%, mentre nel secondo semestre l’incremento è sceso al 5,5%. La speranza che questa sia la punta minima raggiunta e che la curva riprenda solo a salire nel 2002 dipende dalla consapevolezza che persiste nel nostro Paese una situazione di arretratezza nella diffusione dell’It rispetto a nazioni come Usa e Germania e che la globalizzazione ha finalmente messo le nostre imprese di fronte al fatto che se non faranno leva sulle tecnologie non potranno competere con le aziende straniere".


Ritornando al consuntivo del 2001, il mancato contributo di Pmi e consumer si è visto nell’hardware, nel 2000 trainato proprio dalle vendite dei pc, mentre nell’anno scorso l’aumento del comparto è stato del 6% in unità (pari a 2,947 milioni) al cui interno il contributo delle famiglie è sceso a un -8,2% (mentre nel 2000 era un +42,6%), a conferma che forse si è esaurito il fenomeno del free Internet che due anni fa ha dato impulso al mercato. All’interno dell’area pc troviamo che i desktop sono aumentati del 3,7%, i portatili del 9% (era il +62,8% nel 2000) mentre hanno ripreso a volare i pc-server con un +29,2% da un -9,5% del 2000. Trend negativo per altre aree hardware: i sistemi midrange sono scesi a -0,6% e le workstation a -17,1%, mentre nei mainframe è in continua ascesa la richiesta di Mips (+36%). Nell’ambito del software e dei servizi, il primo comparto è cresciuto del 10,3%, pari a 3,808 miliardi di euro mentre i servizi hanno tenuto una performance ancora maggiore (+12,4%) e raggiunto i 9,439 miliardi di euro. Infine le Tlc hanno registrato un valore di 40,025 miliardi di euro (+8,5%), di cui 28,937 conseguiti con i servizi (+9,3%) e 11,088 miliardi con gli apparati (+6,3%). Ancora una volta va sottolineato che il merito della tenuta del settore è da attribuire alla telefonia mobile, che in Italia nel 2001 ha visto attivare 9 milioni di nuove linee.

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