Il progetto dell’app Immuni, con il sistema di tracciamento di prossimità pensato per contrastare l’epidemia di Covid-19, continua a suscitare perplessità e polemiche.

Il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione ha di recente raccolto in una singola pagina tutto quello che c’è da sapere sull’app Immuni e le risposte del Dipartimento sui quesiti sollevati, con i relativi rimandi.

Oltre a questo, il Ministro ha anche risposto, nello specifico, ai quesiti posti dall’Anorc, Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Custodia di contenuti digitali.

L’Avvocato Andrea Lisi, presidente di Anorc Professioni, aveva espresso diverse perplessità sul progetto Immuni, in merito alla protezione dei dati sensibili e non solo.

Il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione ha risposto, tra le altre cose, che il codice sorgente del sistema di contact tracing sarà rilasciato con licenza Open Source MPL 2.0, come software libero e aperto e che l’app Immuni è progettata per espletare la sua funzione senza che siano raccolti dati identificativi degli utenti.

In particolare, il Ministro ha chiarito che l’app Immuni non raccoglie i seguenti dati personali relativi all’utente che la scarica: nome e cognome, codice fiscale, indirizzo di residenza, numero telefonico, indirizzo email, dati di localizzazione e movimento e identità dei contatti presenti in rubrica.

Per quanto riguarda la trasparenza e la visibilità sui contatti, il Ministro ha invece risposto che i “contratti con i fornitori non sono nella nostra disponibilità, essendo stipulati dal Commissario”. Oltre a questo, il Ministro ha offerto altri dettagli.

Lo stesso Avvovato Andrea Lisi ha replicato al Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione esprimendo l’opinione che ci siano ancora troppi dubbi su questa soluzione, e lo ha fatto senza usare mezzi termini.

Secondo Andrea Lisi, il progetto della app Immuni sarebbe “totalmente inutile e potenzialmente pericoloso, per questo sarebbe un bene se venisse interrotto”. La conclusione del Presidente di Anorc Professioni deriva dal fatto che ai “dubbi sull’efficacia nella lotta alla prevenzione”, si aggiungono quelli “sui criteri di scelta, sulla sicurezza informatica, sulla licenza e sui contratti”.

Tra l’altro quella di Andrea Lisi non pare essere una singola posizione personale: la lettera aperta contenente i quesiti che l’Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Custodia di contenuti digitali aveva inviato al Ministro alla fine di aprile, con le perplessità sull’app Immuni, era stata sottoscritta da decine tra magistrati, docenti, giornalisti ed esperti di settore.

L’Avv. Andrea Lisi, presidente di Anorc Professioni, ha così commentato le risposte del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione: “Ringraziamo per l’attenzione ricevuta e sottolineiamo che siamo contenti per aver contribuito ad un’importante fase di trasparenza. Alcune risposte sono arrivate ma non tutto è chiaro ed esaustivo. Ci sono ancora troppi dubbi sui criteri di scelta di questa app, sulla sicurezza informatica dell’applicazione, sulla licenza di rilascio, sui contratti stipulati tra governo e società private perché è incredibile che ci venga risposto che il ministero che l’ha selezionata non sia nella disponibilità degli stessi.

Ma soprattutto si hanno oggi pesantissimi dubbi sulla sua efficacia nella lotta alla prevenzione, considerato che ormai si esprimono perplessità da più fonti internazionali. Siamo davvero partiti male, inceppandoci su questioni rilevanti che andavano subito affrontate in modo netto e ora, a furia di compromessi, forse la protezione dei dati è più garantita, la trasparenza in parte espressa, ma l’utilità della app si è esaurita sul nascere.

Credo che alla luce delle varie analisi fatte, giuridiche e tecniche, il progetto relativo a questa app sarebbe un bene se venisse interrotto perché molto probabilmente ormai totalmente inutile e potenzialmente pericoloso per l’alto numero di falsi positivi che potrebbe rilevate e per la bassissima affidabilità dei dati rilevati.

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