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Amazon Web Services, Genesys e Salesforce hanno unito le forze con la Joint Development Foundation (JDF) della Linux Foundation per fondare, in partnership, il Cloud Information Model (CIM), un data model open source che possa standardizzare l’interoperabilità dei dati tra le applicazioni cloud.

La pubblicazione del Cloud Information Model, ha spiegato la Linux Foundation, è abilitata dalla tecnologia di modeling open source di MuleSoft, tramite la fornitura di formati di file multipli per semplificare l’adozione del CIM con diverse applicazioni.

Qual è il contesto e qual è lo scopo di questa iniziativa? Lo spiega la stessa Linux Foundation. Per accelerare la trasformazione digitale, le organizzazioni di ogni settore stanno modernizzando le proprie tecnologie on-premise adottando applicazioni native del cloud.

La Linux Foundation cita un report di International Data Corporation (IDC) secondo il quale la spesa globale per il cloud computing crescerà da 147 miliardi di dollari nel 2019 a 418 miliardi di dollari entro il 2024. Quasi la metà di tale investimento, prosegue la stima, sarà legata a tecnologie che aiutano le aziende a offrire customer experience  personalizzate per i clienti.

Cloud Information ModelTuttavia, non mancano gli ostacoli: una delle maggiori sfide di questo passaggio al cloud computing, sottolinea ancora la Linux Foundation, è che le applicazioni vengono in genere create con i propri data model e ciò costringe gli sviluppatori al build, al test e alla gestione del codice custom necessario per mappare e tradurre i dati tra sistemi diversi. Questo processo è inefficiente, ritarda l’innovazione e, alla fine, può provocare una customer experience che non funziona.

Il Cloud Information Model nasce con l’intento di ridurre la complessità dell’integrazione dei dati tra le applicazioni cloud fornendo linee guida standardizzate per l’interoperabilità dei dati, per connettere sistemi point-of-sale, piattaforme di digital marketing, contact center, sistemi CRM e altro ancora.

L’obiettivo è che gli sviluppatori non debbano più trascorrere mesi a creare codice custom: al contrario, potranno adottare ed estendere il CIM in pochi giorni, in modo da poter creare data lake, generare analytics, eseguire il training di modelli di machine learning, costruire una singola view del cliente e tanto altro.

Cloud Information Model

Questa possibilità non è remota nel tempo ma attuale. I membri fondatori, infatti, offrono già prodotti e tecnologie che le aziende possono utilizzare con il Cloud Information Model. Inoltre, chiunque è invitato a contribuire al Cloud Information Model: sviluppatori, aziende e vendor tecnologici.

Maggiori informazioni su Cloud Information Model sono disponibili sul sito del consorzio che supporta questo data model open source e application-agnostic.

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